Polignano a Mare diventa per la terza volta il teatro della storia d’amore infinita tra Ninella e Don Mimì. Esce oggi il nuovo romanzo di Luca Bianchini, Baci da Polignano (Mondadori), che segue Io che amo solo te e La cena di Natale (di Io che amo solo te).
In questo terzo romanzo sono passati cinque anni da quando avevamo lasciato i protagonisti: Nancy vuole diventare un’influecer come Kylie Jenner, la zia Dora è alle prese con una spinosa faccenda di eredità, Damiano e Chiara - intanto diventata wedding planner - sono alle prese con i capricci della loro bimba, e non mancano Orlando con la finta fidanzata Daniela. Sembra essere la volta buona per Don Mimì e Ninella: lui è stato lasciato dalla moglie Matilde, che gli ha preferito il tuttofare Pasqualino - come la signora Labbate racconta già nelle prime pagine - ma Ninella non è sola, perché ha un compagno più giovane, quello che viene chiamato in gergo toy boy e che ha una vaga somiglianza con Brad Pitt.
L’autore Bianchini in questi giorni è intanto alle prese con un contest che prevede l’invio di cartoline con la cover del libro ai fan.
Bianchini, il romanzo si apre con una dedica a Lorenza L’Abbate. È da lei che nasce la mitica signora Labbate dei suoi libri?
«Lorenza era un’amica di Fasano. Lei aveva letto “Io che amo solo te” e si è presentata come la signora Labbate, the original: il personaggio l’aveva fatta molto ridere e siamo diventati amici. Si è ammalata ed è mancata lo scorso autunno, è stata una persona molto importante per me».
Quando ha iniziato a scrivere il primo di questi tre romanzi, come mai ha scelto di ambientarli a Polignano?
«Perché la storia mi è venuta in mente mentre ero a Polignano. Mi trovavo a una cena in cui tutti mi parlavano di un matrimonio imminente. Io facevo battute a cui non rideva nessuno - e mi capita spesso - così ho capito che con i matrimoni in Puglia non si scherza. E ho pensato: non sarebbe male scrivere qualcosa che è ambientato a un matrimonio. Così mi hanno invitato a un matrimonio che ci sarebbe stato da lì a due settimane. All’inizio pensavo a un reportage però».
Come nasce il personaggio di Ninella: femminista, rivoluzionario, indipendente ma anche romantico?
«Ho pensato che sarebbe stato troppo banale mettere al centro della storia gli sposi: così al centro ho messo in consuoceri. Ninella è una vedova e per il 2012, quando ho scritto il primo romanzo, era un personaggio azzardato, anche se in questi anni sono cambiate molte cose. All’inizio le avevo dato il nome di Annella. Poi una sera ero a casa di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, che cantava in continuazione una canzone popolare salentina (“Quannu te llai la facce la matina, l’acqua Ninella mia nu lla minare”). In Ninella però ogni lettore ci vede qualcosa di diverso. Una volta una ragazza in Calabria, mi disse: Ninella è una zoccola, perché cerca di dividere don Mimì dalla moglie».
«Baci da Polignano» sarà l’ultimo capitolo per l’amore tra Ninella e Mimì?
«Non lo so, potrebbe anche esserci un altro libro. Mi piacciono le doppiette. Di solito non mi lascio condizionare, ma mi piacerebbe ascoltare cosa ne pensano i lettori: bisogna ascoltare chi ti vuole bene».
Pensa che ci sarà un terzo film? Interpreterà un cameo anche in quello?
«I miei cameo sono stati pensati in base ai tempi in cui potevo essere sul set. Non ho idea se ci sarà un nuovo film, mi sembra di pensare alla Nuova Zelanda, cioè e una cosa lontanissima. E poi c’è da richiamare il cast, scendere a compromessi: ci sono luoghi che non sempre potrebbero essere disponibili, così come il meteo non potrebbe essere come l’ho descritto nel libro. Però forse ci potrebbe essere una serie o un film a puntate».
Quante richieste ha ricevuto per le cartoline da Polignano?
«Duemila per ora. Spero che mi bastino le 300 cartoline che ho, non pensavo a tanto riscontro. Mi ha fatto pensare che ci sono tante persone che forse non mandavano o non ricevevano una cartolina da tempo e l’iniziativa le ha entusiasmate. O forse, nel corso della quarantena, abbiamo avuto tempo per apprezzare le cose semplici».