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Centro droni a Stigliano: il sindaco, la Total si disimpegna

 
Redazione online

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A Stigliano si progetteranno e produrranno droni: confermato il progetto del Centro eccellenza

Previsto nell’area industriale di Acinello

Giovedì 08 Maggio 2025, 17:44

STIGLIANO - «Apprendiamo con amarezza che Total ha deciso di disimpegnarsi dalla realizzazione del Centro di eccellenza droni (Ced) previsto nell’area industriale di Acinello a Stigliano. Il motivo? Il partner industriale avrebbe ritirato la propria disponibilità». Lo scrive sui social il sindaco del comune della collina materana, Francesco Micucci, riferendosi a un incontro che si è tenuto in Regione.
«Una giustificazione che - ha aggiunto il primo cittadino - suona come un alibi. Per anni si è parlato di sviluppo, occupazione, innovazione. Per anni la nostra comunità ha atteso, con fiducia e pazienza, un progetto che doveva essere il simbolo della tanto promessa 'transizione giustà. Oggi, invece - ha continuato - ci troviamo davanti all’ennesima promessa non mantenuta. Total, Shell e Mitsui non possono pensare di continuare a estrarre valore dal nostro territorio senza restituire nulla in termini di futuro. Non basta qualche opera di compensazione. Vogliamo investimenti veri, visione, rispetto. A nome della comunità che rappresento, pretendo chiarezza e assunzione di responsabilità. Chi ha preso impegni, ora deve risponderne. Non ci accontenteremo di spiegazioni vaghe. Vogliamo fatti. Ora», ha concluso Micucci.

Per la Uil, «la decisione di Total di cancellare il progetto Droni è inaccettabile. Dopo oltre cinque anni di discussioni, annunci e impegni, oggi ci troviamo davanti a una bocciatura che rappresenta un duro colpo per il territorio, per i lavoratori e per chi ha creduto nella possibilità di costruire un percorso serio di diversificazione e sviluppo sostenibile. Non è più tollerabile che i grandi gruppi industriali possano giocare sulla pelle della Basilicata, annunciando e poi dismettendo progetti strategici come se fossimo una terra senza diritti e senza voce. La Uil Basilicata - è scritto nella nota - dice basta agli spot e ai tavoli inconcludenti. La conclusione del Tavolo Trasparenza di oggi perché Total presenti un progetto alternativo ai droni per confermare posti di lavoro e sviluppo dei territori interessati all’estrazione di petrolio è l’occasione per tenere un confronto urgente con il presidente della Regione Vito Bardi, come abbiamo chiesto da tempo».
Il consigliere regionale Piero Marrese (Basilicata democratica), candidato governatore del centrosinistra alle Regionali del 2024, ha invece messo in evidenza che «l'annuncio del ritiro del partner industriale e la conseguente rinuncia di Total a realizzare il Centro di Eccellenza Droni nell’area di Acinello a Stigliano è un fatto grave. Non solo per ciò che avrebbe rappresentato in termini di investimento e sviluppo, ma per il valore simbolico che questo progetto aveva assunto nella narrazione della transizione sostenibile in Basilicata. È evidente che - ha aggiunto - qualcosa non ha funzionato nei rapporti tra istituzioni e azienda. Se dopo anni siamo ancora a commentare un passo indietro invece che un cantiere aperto, allora è necessario interrogarsi con serietà su cosa sia mancato in termini di controllo, indirizzo politico e capacità di programmazione. La Regione Basilicata ha il dovere di garantire il rispetto degli accordi sottoscritti con le compagnie che operano sul nostro territorio: non abbassi la testa e pretenda il rispetto per gli accordi».

«Apprendiamo con preoccupazione e stupore la decisione di Total di fare marcia indietro sul progetto che prevedeva la fabbricazione dei droni in Basilicata, annunciata nel corso del tavolo della trasparenza. Si tratta di una scelta inaccettabile che tradisce le aspettative di un intero territorio e vanifica mesi di impegni, promesse e progettualità». Lo scrive, in una nota diffusa dall’ufficio stampa, il segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, secondo cui «il centro d’eccellenza previsto a Stigliano (Matera) rappresentava un’opportunità concreta di sviluppo, innovazione e occupazione per un’area troppo spesso dimenticata, come accade a molte delle nostre aree interne».
Per il sindacato, «non è questo il modello di responsabilità sociale che deve improntare il rapporto tra grandi imprese e territorio. La scelta di destinare le risorse previste per l'investimento alla Regione - continua il leader della Cisl lucana - è un parziale risarcimento del danno arrecato alle comunità interessate che attendono progetti chiari, investimenti mirati e soprattutto rispetto e lavoro. La Cisl condanna con fermezza questa retromarcia che rischia di compromettere ulteriormente il rapporto, già non idilliaco, tra compagnie petrolifere e territorio. Dalla Giunta regionale - conclude Cavallo - ci aspettiamo non vane parole di circostanza ma una presa di posizione netta affinché vengano individuate in tempi rapidi soluzioni alternative a tutela dello sviluppo e del lavoro per il territorio interessato».
Il capogruppo del Pd nel Consiglio regionale, Piero Lacorazza, mette invece in evidenza che «la realizzazione del Centro Droni da una parte ha generato legittime e giuste aspettative di lavoro, dall’altro la rinuncia da parte di Total è emblematica del fallimento degli accordi sottoscritti dal governo Bardi. Non si tratta di rinegoziare e trovare il modo per salvare la faccia - cosa anche auspicabile - ma di rimettere in discussione tutto, approfittare di questa circostanza per aprire sulla vicenda 'petroliò una questione nazionale. In occasione del bilancio - evidenzia l’esponente del Pd - ultima in ordine d’arrivo, avevo ribadito che tra le risorse bruciate dalle compensazioni (in due anni 100 milioni di euro per coprire il deficit in sanità) e la fragilità dei progetti No OIL la verità è stata resa chiara: Bardi ha fallito. Non bastano le minacce dell’assessore Cupparo; che magari rientreranno perché si troverà una via d’uscita. Senza il coraggio di far diventare la vicenda 'petroliò una questione nazionale e iniziare a riaprire un confronto le minacce saranno poco più che folklore. Come è accaduto per l’acqua - conclude Lacorazza - anche sul petrolio si piega la testa e quindi anche il futuro della Basilicata».

Per la Cgil Basilicata, «è inaccettabile il comportamento assunto da Total, che ha comunicato oggi all’incontro con i sindacati e l’assessore alle Attività produttive della Regione Basilicata che il progetto industriale 'Dronì, che prevedeva la realizzazione di un nuovo impianto produttivo a Stigliano, con entrata in funzione nei primi mesi del 2026, non si farà. Un tassello strategico per la creazione di una nuova filiera industriale in Basilicata in vista di un futuro di uscita dalla dipendenza dal petrolio, con un impatto positivo sull'occupazione e sulla formazione di nuove competenze. L’ennesimo smacco verso la Basilicata, già depredata dalle multinazionali che continuano a dettare leggi laddove lo Stato è completamente assente».
Secondo il segretario generale della Cgil Basilicata Fernando Mega e il segretario della Cgil di Potenza, Emanuele De Nicola, si tratta «dell’ennesima conferma di quanto come Cgil denunciamo da tempo rispetto ai ritardi dei progetti no oil e della riconversione industriale verso la transizione energetica. È inaccettabile anche il ruolo del governo centrale, che continua a non tenere conto del contributo energetico dell’8% che la Basilicata dà al paese, ottenendo in cambio solo una depredazione del territorio. Purtroppo la desertificazione industriale della nostra regione prosegue, prefigurando uno scenario che dobbiamo assolutamente scongiurare. Dopo Stellantis, non possiamo perdere un altro importante sito produttivo per l’economia lucana, al netto della non più prorogabile attuazione degli interventi a favore di un futuro industriale sostenibile. Si tratta di rendere concreti gli impegni assunti da Eni e Total per le compensazioni ambientali in termini di utilizzo delle royalties e delle tecnologie più innovative per realizzare per tempo la transizione energetica da qui ai prossimi quindici anni. Il tutto salvaguardando l'occupazione e l’intero tessuto economico e sociale non solo delle aree interessate ma di tutta la Basilicata. Le scelte vanno fatte ora. Chiediamo - hanno concluso Mega e De Nicola - che la Regione Basilicata apra con urgenza un tavolo con il governo nazionale affinché fermi questo scellerato disegno di depredazione della Basilicata, in difesa del territorio e dell’occupazione. Total rispetti il patto di sito che ha concesso alla multinazionale di estrarre in Basilicata e che prevede progetti no oil per la transizione e l’occupazione. Come Cgil non staremo a guardare», hanno concluso.

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