MATERA - Procedono su due binari distinti, le indagini sull’incidente in cui sono morti i vigili del fuoco materani Giuseppe Martino e Nicola Lasalata, disposte dal procuratore di Matera Alessio Coccioli, coordinate dal pm Annafranca Ventricelli e condotte dai carabinieri della Compagnia di Policoro, agli ordini del capitano Roberto Rampino, in collaborazione con il Nucleo investigativo anticendio dei vigili del fuoco. Da una parte le cause e la dinamica di quanto accaduto, dall’altra il punto d’innesco e le eventuali responsabilità colpose o dolose di chi ha appiccato il fuoco. Piromane o sprovveduto irresponsabile, quando e se sarà identificato dovrà risponderne pesantemente. L’esame autoptico sui resti carbonizzati delle salme dei due poveri 45enni, sarà effettuato in queste ore e darà certamente indicazioni determinanti agli inquirenti. Innanzitutto si verificherà se i due operatori hanno riportato fratture ossee, cadendo o entrando in quel fossato maledetto profondo due metri e pieno di vegetazione secca dove sono stati quasi subito sorpresi e uccisi da fiamme e fumo denso. Se ci dovessero essere fratture, è possibile che si sia trattato di una caduta accidentale, causata dal fumo che ha impedito loro di vedere il fosso, seppure non molto profondo.
Quindi, le eventuali fratture potrebbero aver compromesso anche la capacità di uno di loro o di entrambi di risalire lungo il costone, dove gli inquirenti avrebbero trovato dei gradini naturali, a fiamme spente e con la vegetazione carbonizzata. Poi ci sono i polmoni: se i giovani vigili del fuoco hanno respirato del fumo, vuol dire che mentre si trovavano nel fossato erano ancora vivi; se, invece, i polmoni non hanno assorbito la fuliggine, probabilmente erano morti prima. Tutti elementi importanti, per capire cosa sia accaduto in quel tragico mercoledì pomeriggio a contrada «Salice», trai comuni di Nova Siri e Rotondella. Poi c’è il fronte investigativo sull’incendio. Anche ieri mattina gli uomini del Nucleo scientifico dei carabinieri hanno effettuato rilievi e fotografie, ma si sta procedendo anche alla maniera tradizionale, ascoltando testimoni oculari e persone informate sui giri che vengono effettuati in quella zona del bosco di Nova Siri, che ogni anno di questi tempi va a fuoco. Nessuno crede all’autocombustione, l’ipotesi dolosa/colposa è l’unica in campo. Per questo, gli inquirenti si stanno servendo di tutti gli strumenti tecnologicamente avanzati, dai droni agli incroci cromo-termici dei satelliti orientati su quella zona. Infatti, per capire il punto preciso dell’innesco si possono sfruttare le colorazioni del suolo riprese dal satellite: dove il rosso diventa più acceso e localizzato lì potrebbe aver avuto origine il fuoco. Una volta individuata la zona e l’eventuale proprietà del terreno, si procederà con ulteriori accertamenti ambientali.
Sarà un’indagine complessa, ma la possibilità di individuare il responsabile non è remota. Intanto, ieri pomeriggio le salme sono state trasferite dall’obitorio di Policoro al Policlinico di Bari, dove si effettuerà l’esame autoptico; subito dopo saranno restituite alle famiglie per i funerali. I Comuni di Matera, Nova Siri e Policoro (sede del Distaccamento dove prestavano servizio Martino e Lasalata), per quel giorno hanno proclamato il lutto cittadino e tutte le comunità si sono strette intorno alle famiglie, proprio come fanno i vigili del fuoco tra di loro. «Noi siamo come una famiglia -ha detto il comandante provinciale Maddalena Lisanti- non è una frase fatta».