MATERA - Il meraviglioso mondo dei numeri dice che la sanità pubblica materana è in gran recupero. È uscita dalla rianimazione dove l’aveva conficcata la pandemia ed è vicina ai traguardi che aveva raggiunto prima dello tsunami del Covid. Parola di Sabrina Pulvirenti, direttore generale dell’Azienda sanitaria di Matera. Ieri ha avuto anche la sponda dell’assessore regionale alla Sanità, Francesco Fanelli, nel presentare le 66 pagine di tabelle e analisi del «Bilancio sociale 2022». Tradotto è la lista delle cose fatte e raffrontate col 2020. Inutile dire la conclusione: non è andato mica così male, come i detrattori dicono, e nel futuro prossimo andrà tutto bene. Perché i segni meno dei numeri, diminuiscono; i progetti sono tanti; e la risposta al refrain della carenza di risorse umane è in un dato su tutti: il personale a tempo determinato (amministrativi,tecnici, medici, infermieri, educatori) ha raggiunto al 30 giugno scorso quota 1950. Nel 2020 era di 1947. Certo, medici col contagocce. Ma vale ovunque, è la replica. Mal comune mezzo gaudio e comunque anche qui c’è una direzione di marcia: gli specializzandi già dal secondo anno potranno immettersi nei reparti a tempo determinato; le unità complesse nevralgiche saranno coperte dalle nomine dei direttori («si punta sulla linea chirurgica del torace che non era attiva a Matera e con una convenzione con il Crob»).
E soprattutto, la notizia delle notizie: 65 infermieri in più, eredità freschissima del concorsone regionale, e che tra le tante iniezioni di vitamine strutturali per togliere l’affanno alla sanità materana singhiozzate faranno anche quella necessaria per alleggerire il carico sul pronto soccorso dell’ospedale «Madonna delle Grazie». Progetto «See & Treat». Uno dei due padiglioni delle tende donate dal Qatar ospiterà una struttura di primo intervento, tutta gestita da infermieri (ci sarà un medico tutor), per i pazienti in codice bianco e verde e che rientrono in una lista di persone affette da determinate patologie.
Insomma, non solo lo sguardo a ieri l’altro, ma anche proiezioni future. Va giù dritta Pulvirenti nel declinare il 2023 della sanità materana: «Il punto focale è la medicina territoriale e tutto quello che è disagiato e di montagna. Il contenimento dei tempi di attesa? È di prossima istituzione il cosiddetto cup manager che sarà un medico che si occuperà della gestione dell’offerta da una parte territoriale e dall’altra parte ospedaliera. La rendicontazione, i contenimento della spesa e quindi tutto quello che risponde alla parte economico-finanziaria: queste sono altrettante aree importanti. L’innovazione tecnologica: ci tengo moltissimo a sottolineare che con il Pnrr oltre alla linea di ristrutturazione per gli interventi antisismici è stato aggiornato il parco tecnologico che era vetusto e obsolescente di questa azienda. Abbiamo programmato nuove Tac, nuove risonanze magnetiche, nuovi ecografi, nuovi elettrocardiografi per ammodernare il parco e aumentare l’offerta con un parco tecnologico che sia anche attrattivo. Abbiamo rinnovato la richiesta di acquisire il robot chirurgico e stiamo facendo delle dimostrazioni con i nostri chirurghi che sono tutti quanti in grado di operare già con il robot al fine di migliorare la performance dei pazienti sottoposti a grandi interventi, quelli della chirurgia maggiore. Siamo al passo per abbattere l’indice di mobilità».
E i due direttori amministrativi revocati in un anno perché con titoli inadeguati? «La nomina - dice il dg - sarà prossima a seconda di quello che deciderà il Tar (sul ricorso presentato da Tricarico, ndr) che dovrebbe fissare l’udienza e poi provvederemo ad indicare il nome del nuovo direttore amministrativo».
Per tornare all’edilizia sanitaria, al Madonna delle Grazie «sono in progress non solo il bunker per la radioterapia, le sale parto, il nuovo blocco della sala operatoria e di tutto il pronto soccorso, ma anche il muro contenimento. L’area per il bunker è stata perimetrata e la prossima settimana ci dovrebbe essere l’avvio dei lavori. E la prossima settimana inaugureremo i padiglioni dal quinto piano al piano terra del Madonna delle Grazie che è stato completamente ritinteggiato seguendo le linee guida della cromoterapia per accogliere anche l’anima del paziente. Erano 20 anni che non si ritinteggiava l’ospedale. L’abbiamo rifatto tutto».
Via le nuvole nere. Ci pensa Fanelli a scacciarle: «Matera nel prossimo piano di riordino ospedaliero non perde nulla. Guadagna da un punto di vista qualitativo rispetto a quanto si sta programmando e progettando con questo management, puntando soprattutto a diminuire l’emigrazione passiva, fornendo l’azienda di professionalità ulteriori e sostenendo quelle attuali».
Anche sul capitolo più spinoso, le liste d’attesa, Fanelli non glissa. Il Cup unico sarebbe dovuto partire già dal primo luglio. «Stiamo riorganizzando tutto il sistema con un maggiore monitoraggio, un coordinamento tra le diverse aziende, un coinvolgimento anche delle strutture private accreditate, l’individuazione di un Cup manager per ogni azienda. Siamo consapevoli che stiamo mettendo una serie di azioni in campo che porteranno dei risultati alcuni nel breve periodo, altri nel lungo periodo».