MATERA - L’odore della pittura fresca e il profumo del caffè appena fatto invadono il salone del Laboratorio d’arte solidale allestito negli spazi del Villaggio del Fanciullo di Matera.
Già dalle prime ore del mattino, i ragazzi sono all’opera. Dipingono oggetti in terracotta e lavorano la cartapesta. Sono instancabili in quello che per loro è un lavoro a tutti gli effetti, essendo regolarmente assunti dalla cooperativa sociale «Oltre l’arte» che ha voluto creare questa realtà, guidata dal maestro cartapestaio Eustachio Santochirico, per valorizzare le diverse abilità. Nessuna distrazione. Poche parole. È Niccolò Montemurro a fare gli onori di casa. Materano, 34 anni, «speciale» non perché affetto dalla sindrome di Down, ma per la sua capacità di entrare nel cuore della gente. Fa strada, mostrando un oggetto che è stato donato sabato a Papa Francesco in occasione di un incontro di formazione socio-politica con il Santo Padre.
«Guarda. Questa è la colomba di cartapesta che andrà in Vaticano, mentre questo è l’angioletto che ho fatto tutto da solo. Non ci è voluto molto - dice soddisfatto - Ormai sono un esperto della cartapesta»- e sorride. Accanto a lui Michele Prisco, 55 anni. La sua storia è diversa. È di dolore ma anche di rinascita. Da nove mesi vive nella comunità «Emmanuel» a Salandra, diretta da Rosanna Forestieri. Un passato da tossicodipendente, che lo ha portato prima in Umbria e adesso in provincia di Matera. Nei legami affettivi che si stringono nella comunità e nell’arte ha trovato le ragioni per rimettersi in gioco.
«La quotidianità non è facile. E ci sono stati dei momenti in cui volevo abbandonare tutto»- racconta «ma poi ho scoperto di essere bravo a lavorare la cartapesta durante il laboratorio che abbiamo fatto per alcuni mesi con i ragazzi di Uccio Materalab. Sono persone speciali, che ti danno tanto e che riescono a coinvolgerti in quello che fanno. Una volta terminato il percorso mi piacerebbe entrare in questa realtà».
Due mondi diversi che si sono incrociati grazie a questa iniziativa di «Oltre L’arte» guidata da Rosangela Maino e del consorzio Materahub con Luigi Martulli presidente e Becky Riches project manager.
È lei l’ideatrice dei progetti finanziati con il programma Europa creativa per favorire l’ inclusione sociale. Dopo il progetto «made in carcere», lo scorso anno «eravamo alla ricerca di un altro target. Così ci siamo indirizzati verso la comunità Emmanuel. Nel percorso abbiamo coinvolto tutti i residenti, una ventina di età compresa tra i 22 e i 60 anni, che si sono cimentati nelle diverse arti, dall’artigianato artistico alla lavorazione della cartapesta. La risposta è stata molto positiva. Si sono appassionati e hanno creato oggetti che presto saranno esposti in una grande mostra che sarà inaugurata il primo aprile a Matera negli spazi dell’ex Ospedale San Rocco e poi approderà in altre sei città europee». Ma non è tutto. Durante il percorso «uno degli adulti si è appassionato di stampa 3d.
E così tramite una campagna di crowdfunding, la comunità ha comprato una stampante, lui ha aperto un laboratorio e ha preso anche il certificato auto/cad per diventare trainer. Adesso è stato ingaggiato per fare dei workshop nella scuola media Giovanni Pascoli. Un ottimo risultato, direi».