METAPONTO - Corsi di italiano per i migranti di Metaponto. Dopo il comunicato del Pd che ne rivendicava l’idea, all’interno della sua agenda politica, si alza la voce di dissenso da parte del mondo del volontariato. In una lettera aperta, Pino Passarelli, operatore sociale, stigmatizza l’assunto dei Dem bernaldesi, che «l’hanno ridotta, di fatto, a una questione di fondi da spendere». Quanto all’attivazione del programma di insegnamento della lingua italiana agli stranieri, con il supporto del Cpia di Matera, Passarelli ne precisa e chiarisce la genesi: «Il corso è nato per andare incontro all’esigenza di alcuni migranti che vivono nella nostra borgata e lavorano nelle nostre campagne. Ricevuta tale richiesta, ho contattato il personale del Cpia di Matera, che opera già in altre località della provincia, organizzando corsi simili. Avuta la disponibilità di utilizzo dei locali della Biblioteca Comunale, ci siamo attivati per sistemarli con il materiale occorrente (colore, intonaco e altro). Il Cpia di Matera, in contatto con l’amministrazione per la parte burocratica, è in attesa della delibera comunale per avviare il corso». Quanto alle spese ipotizzate dal comunicato del Pd locale, Passarelli chiarisce: «Il Cpia, essendo Istruzione pubblica, è disponibile ad effettuare tale attività gratuitamente, utilizzando personale interno, con competenze professionali Miur».
Il corso di lingua italiana, inoltre, dovrà essere solo il primo step di un progetto di integrazione più ampio. «Un progetto – rileva Passarelli – che mira a realizzare, anche se con 15 anni di ritardo, la “Casa del migranti». Una vecchia idea del professor Giovanni Laguardia, dell’Università Orientale di Napoli e dell’associazione “Archivio lucano delle voci”. Vista la posizione strategica di Metaponto, avevamo chiesto all’Amministrazione Comunale dell’epoca, guidata dal sindaco Francesco Renna, l’utilizzo di un locale allo scalo di Metaponto. Da ristrutturare privatamente, e che doveva servire sia da punto informativo che come luogo d’aggregazione. Purtroppo non ottenemmo risposta alcuna. Anzi la struttura fu addirittura murata, con la motivazione “igiene e sicurezza». Di qui la conclusione stizzita di Passarelli nei confronti del Pd che «ha voluto mettere la propria sigla su un progetto sognato, pensato e avviato a scopo umanitario da altri. Cercando di intercettare fondi sul cui utilizzo nutro molti dubbi».