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Basilicata, più migranti, ma meno nati e acquisizioni di cittadinanza

 
Carmela Cosentino

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Carmela Cosentino

Basilicata, più migranti, ma meno nati e acquisizioni di cittadinanza

Tutto incide negativamente sul fattore accoglienza, ma anche su quello demografico

Venerdì 25 Ottobre 2019, 09:50

Calo delle nascite dei bambini stranieri e diminuzione delle concessioni di cittadinanza italiana. Fattori che stanno incidendo negativamente sul fronte dell’accoglienza ma anche su quello demografico con un vuoto generazionale, nella fascia di età compresa 25-35 anni, non colmato neanche dalla presenza dei migranti. E’ questo che evidenzia il Rapporto Immigrazione 2019 presentato ieri Matera nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi, su iniziativa del Centro studi ricerche Idos e realizzato in partenariato con la Rivista Confronti. Un corposo volume dedicato anche al caso Basilicata, in cui Paola Andrisani, referente regionale Idos, traccia un quadro preoccupante che non riguarda solo il calo dei nuovi nati stranieri rispetto al 2017 (250) e delle concessioni della cittadinanza (252) ma anche la presenza dei migranti in Basilicata, in tutto 23.217 cittadini stranieri, 700 in più rispetto all’anno precedente. “Un dato non rassicurante, che è sicuramente il riflesso della politica dei porti chiusi e della diminuzione degli sbarchi, anche se questo non significa che i migranti non partono dalla Libia.

A volte se sbarcano vengono riportati nei Centri di detenzione oppure muoiono in mare mentre di altri non abbiamo notizie certe per vie degli sbarchi fantasma- spiega Andrisani- In Basilicata inoltre rispetto alle politiche degli anni precedenti il numero dei richiedenti asilo è diminuito. A giugno di quest’anno ne abbiamo registrati poco più di 1500, ma un paio di anni fa erano più di 3 mila. Sul fronte dell’accoglienza, ci sono state chiusure dei Centri, conseguenza delle politiche del governo Conte 1, e dell’applicazione del primo decreto Salvini.A questo si aggiunge la presenza di tantissimi irregolari a causa della difficoltà dei rinnovi e dell’innalzamento dei rigetti da parte delle commissioni”. Quanto ai dati sulle presenze. La provincia di Potenza assorbe il 52,9 per cento dei residenti stranieri che sono 12.282, mentre nel Materano, in cui la percentuale è del 47,1 per cento, sono 10.935. L’età media è compresa tra i 30 e i 44 anni. La comunità più numerosa è quella romena (39,3 per cento), seguita da quelle albanese (8,4 per cento), marocchina (7,5 per cento), nigeriana (4,6 per cento), indiana (4,4 per cento), cinese (3,9 per cento) e ucraina (3,4 per cento).

Il numero degli studenti stranieri iscritti nelle scuole per l’anno scolastico 2017/2018 è stato di 2.950 unità. A fine 2018 i cittadini stranieri extraeuropei titolari di un permesso di soggiorno sono stati 11.976. Rispetto al 2017 sono aumentati i titolari di permessi di soggiorno a termine (il 57,1 per cento del totale). In base ai dati Istat gli stranieri, sono il 4,2 per cento degli occupati, dei quali il 47 per cento donne. I lavoratori stranieri sono inseriti in prevalenza nei servizi pari al 54,3 per cento (dei quali il 15,7 per cento nel commercio e il 26,4 nel lavoro domestico), il 32,6 per cento in agricoltura e il 13,9 per cento nell’industria. Sul fronte dell’inclusione sociale, il quadro muta. “Il caso della ex Felandina ha scoperchiato un vaso di Pandora incredibile- sottolinea Andrisani- si è dovuti arrivare alla morte di una donna per sollevare l’attenzione della stampa e della politiche su una situazione che era diventata intollerabile da mesi. A ciò si aggiungono i casi di maltrattamento denunciati nel Cpr (Centro per i rimpatri) di Palazzo San Gervasio. Tutto questo dovrebbe portare a riflettere sulle attuali politiche dell’accoglienza. In regione operano enti e associazioni, piccole realtà molte valide ma non è sufficiente”

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