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Il fascino dei saldi: recita di fine stagione

 
Michele Mirabella

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Michele Mirabella

Il fascino dei saldi: recita di fine stagione

«Sarei capace di comprare delle mazze da golf o una linea completa di abbronzanti a gennaio»

Domenica 07 Gennaio 2024, 17:00

Ho sempre provato ammirazione mista a diffidenza per i commercianti, quelli capaci di vantare la combinazione tra l’abilità esercitata a favore dei clienti e il sacrificio di un lavoro faticoso. Simulazione? Non so. L’ammirazione resta, quella di uno come me che non sarebbe capace neanche di leggere la bolletta del codominio. E, ai mercanti d’ogni libera lega, chiedo scusa della mia ignoranza che è la ragione dell’antica diffidenza. Al punto che, bambino, alle prese con i rudimenti del Catechismo, prima di appurare la loro missione testimoniale e sacrosanta, avevo preso i Re Magi per rappresentanti di commercio. Di quelli che riuscirebbero a vendere anche quando comprano e avevo sospettato che alla Grotta andassero a barattare oro, incenso e la misteriosa mirra con caciotte e abbacchi.

Ci sarà un nesso, mi dicevo infantilmente, se per ricordare la cavalcata verso la Santa Capanna è stata inventata la Befana, la vecchia, prodiga Befana. Fascinazione della semantica: dal greco “Epifania”, la conferma della manifestazione della luce di Cristo che si avvia a camminare nel vento della Storia insieme a noi, origina il nome Befana, parola che assume significato di donna vecchia,e scalcagnata che si fa carico di gerle di doni, ma, anche, della incombenza di concludere le festività natalizie. Interminabili, peraltro. E, con la Befana, titolata a rappresentare i leggendari saggi d’Oriente e a tramandarne i simbolici commerci e le fatidiche donazioni, non a caso, cominciano i “saldi”. Ed ancora apprezzo la fascinazione della semantica leggendo sul fido vocabolario: “Saldo deriva da sovrapposizione del lat. validus ‘forte’ al lat. solidu(m) ‘solido’. V. sodo.” Non trovo il significato commerciale che intendo. Trovo: “Compatto, intero, privo di rotture, crepe e sim.: legno saldo; intero e saldo | Massiccio, tutto d’un pezzo”. E ancora: “Resistente, forte: il cuore è ancora saldo; mura salde; essere saldo come l’acciaio. Fisso, stabile: un saldo appoggio; questa scala sembra poco salda; tenetevi saldi. E poi (fig.) fermo, costante, irremovibile: essere saldo nei propri principi, nella propria fede; animo saldo; un saldo proposito / Avere, tenere i nervi saldi, la capacità di donarsi, di mantenersi tranquillo / Tenace, duraturo: sentimento saldo; amicizia salda / Fondato su valide ragioni: argomentazioni salde. Ma il vocabolario è attento e annovera, finalmente, il significato di “Merce rimasta alla fine di una partita, messa in vendita a basso prezzo allo scopo di terminarla.”. Ci siamo. A saldo il prezioso Zingarelli avverte del senso commerciale che ci interessa.

E qui che s’accentua la mia ammirazione timorosa per i commercianti: saper proporre come una festosa ricorrenza l’ammissione di un errore, quello del non esser stati capaci di rifornirsi con prudenza e intuito, di manifestare come empito di generosità una faccenda del tutto contabile: l’epifania improvvisa della prodigalità. Geniale. I Re magi commercialisti impongono lo svuotamento delle vetrine e dei magazzini per poterli riempire delle nuove merci stagionali o che la moda e l’uso impongono. Gli acquirenti possono fare affari comprando a prezzi, finalmente accessibili, quanto fino all’altro ieri poteva sembrare inarrivabile. Del resto qualche complice amico bottegaio non aveva sussurrato, complice, mentre meditavi un acquisto costoso: “Aspetti i saldi!”. Il solito malmostoso borbotta: “Tanto, loro, i venditori, ci guadagnano lo stesso”. Sono gli esperti del ricarico, misteriosa parola per i più, ma che per i compratori avvezzi alle passeggiate indecise tra i negozi, indica l’aumento di costo che il negoziante impone al prezzo che ha speso per approvvigionarsi. Intere serate si spendono a discettare sulla legittimità del divario e su le soperchierie di chi lo pratica. Spesso sono proprio altri commercianti in giro per far spese a lamentarsi dei prezzi degli altri commercianti. Perché il saldo equipara.

Le file pazienti omologano i clienti. code di gente che ostenta indifferenza, come a dire che se son là, ad aspettare il commesso, è solo per curiosità, per caso o per divertimento, tanto, gli acquisti veri si sono già fatti, giorni fa, quando tutto costava il triplo. Sono quelli che danno a vedere che vivono al di là delle possibilità, non importa di chi. I commercianti, del resto, non sono da meno nella recita. Ogni giorno, in questo periodo, offrono occasioni che si offrono una sola volta nella vita e venderebbero anche le vetrine. Comunque, anche io non resisto e, poiché non sono tra quelli che fanno “prima” il giro di inventario, prima che arrivino le vendite a saldo, mi arrendo al cartello del vecchio prezzo sbarrato con l’aggiunta, a pennarello, del nuovo: sarei capace di comprare delle mazze da golf o una linea completa di abbronzanti a gennaio. Vorrei avere il talento di un mio amico viveur: una signora tentava di convincerlo a comprarle un vestito e lui è riuscito a convincere lei a togliersi quello che aveva addosso. Quando me lo confidò ammise di essere un poco in là con gli anni e di dovere usare ogni eloquenza per le conquiste amorose e commentò: “Saldi di fine stagione.”

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