Le chiese barocche, i mercatini di Natale, i purceddhuzzi al miele e i pupi di cartapesta. Le festività a Lecce hanno registrato un boom di visitatori, sopratutto a Capodanno (si è registrato il tutto esaurito) affascinati dalle tradizioni della città. Un aumento delle presenze stimato attorno al 10 per cento dagli operatori, anche se i dati ufficiali ancora non ci sono.
Il capoluogo barocco è stato scelto soprattutto da gruppi turistici e da famiglie provenienti da altre regioni italiane, con una piccola (ancora al di sotto delle aspettative) presenza di turisti stranieri. Tra questi, soprattutto francesi, tedeschi, inglesi ed americani.
«Abbiamo avuto un incremento rispetto allo scorso anno - commenta Anna Maria Lefons, direttrice dell’hotel «8 Più» - in particolare molti gruppi provenienti dal Nord, ma anche famiglie che hanno deciso di trascorrere qui il ponte dell’Immacolata e soprattutto Capodanno».
Tanti turisti attratti dalle bellezze artistiche della città, dal Duomo alla Basilica di Santa Croce, ma anche richiamati dal life-style salentino, fatto prevalentemente di giornate «slow» tra passeggiate, shopping, degustazioni di prodotti e ricette del territorio.
Il problema cruciale resta però quello dei collegamenti, ancora inadeguati e non certo in grado di valorizzare una meta turistica come il Salento. «Non solo per arrivare a Lecce ma anche come servizi offerti alla città - dice Lefons - i nostri clienti per esempio avrebbero bisogno di servizi pubblici adeguati, per raggiungere ad esempio la stazione o il centro cittadino. Aspetti importanti per incentivare ancora di più la presenza dei vacanzieri in una città che comunque al momento riscuote notevole interesse».
Secondo gli operatori c’è un problema di costi. «Stiamo svendendo la proposta Salento», sostiene Andrea Montinari, titolare del Risorgimento Resort e degli altri hotel del brand alberghiero «Vestas». «Il ricavo medio per un hotel a quattro stelle a Lecce - dice Montinari - è di circa 50 euro, al netto della colazione. Questo significa che, essendo un dato medio, in molti periodi dell’anno si scende anche a 30 euro a notte. Questo pone la destinazione Lecce ben al di sotto della media nazionale, che è di 70 euro, con vette nelle città più rinomate di 140 euro, sino ai 190 euro di Venezia».
La politica di un eccessivo ribasso dell’offerta ricettiva leccese non paga, secondo l’operatore turistico. «La guerra competitiva all’insegna del low-cost - sostiene - porta poi ad avere problemi quando si devono mantenere strutture importanti, hotel a quattro stelle ed anche più, in periodi in cui la presenza turistica è bassa. Costi che poi rischiano di annullare i guadagni dei mesi estivi».