Il rapporto di Alessandro Delli Noci con Maurizio Laforgia è quello di una amicizia trasmigrata alla politica. Ma anche agli affari. «È stato prima allievo di mio padre, poi mio amico, poi mio socio... e adesso mio referente politico», diceva al telefono a ottobre 2020 l’ingegnere barese, 52 anni, del collega ingegnere salentino: «Mi identifico in lui.. e diciamo è il cavallo su cui ho puntato» dopo «averlo ripulito dal fatto che il 2015 era andato a destra».
Ma quello ricostruito dalla Finanza è anche un rapporto di affari. Delli Noci (difeso dall’avvocato Giuseppe Fornari) avrebbe infatti avuto partecipazioni nelle società di Laforgia (difeso dall’avvocato Michele Laforgia), molte delle quali nate come spin-off dell’Università del Salento. Partecipazioni tutte poi nel tempo dismesse «per ragioni di opportunità appena presa l’attività politica... però di fatto in un modo o nell’altro c’è sempre».
Il riferimento è alla società Eka, destinataria anche di importanti commesse pubbliche. A dicembre 2018 Delli Noci ha venduto le sue quote del 20% nella società Amema, cui fa capo (tuttora) il 29% della Eka di cui è amministratore Maurizio Laforgia. Nella stessa Eka ha una partecipazione del 10% anche l’Università del Salento.
In quei giorni dopo l’elezione in Consiglio regionale con oltre 17mila preferenze Delli Noci discuteva di prospettive politiche con i suoi amici imprenditori mettendosi a confronto con i principali esponenti del Pd salentino. «La Capone è alla fine di un ciclo, Blasi è alla fine di un ciclo. Ho detto: “noi se siamo intelligenti ognuno si coltiva lo spazio suo e abbiamo altri 10 anni a testa”». Proprio la provenienza di Delli Noci dalle file del centrodestra, annota la Finanza, consentiva all’ex vicesindaco di Lecce di parlare con tutti: e dunque di contattare il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, per farlo incontrare (il 15 ottobre 2020) con l’imprenditore Marino Congedo. Un incontro monitorato dai militari della Finanza.
Ma certo le intercettazioni dimostrano che Barone e Congedo festeggiavano alla notizia della nomina di Delli Noci in giunta regionale. «Questo è serissimo», dicevano riferendosi alla delega allo Sviluppo economico ottenuta dall’allora 38enne ingegnere. Un interesse non da poco, proprio perché - secondo l’indagine - Barone aspettava l’ok della Regione al progetto per l’ex convento delle Stimmatine poi effettivamente arrivato.
Nelle intercettazioni sono raccontati anche retroscena della politica salentina che avrebbero riguardato gli equilibri regionali. Ad esempio quello sulla (presunta) rottura minacciata a Emiliano dal gruppo che fa capo a Laforgia, nel corso del primo mandato, per via dell’allora assessore allo Sviluppo Loredana Capone che avrebbe bloccato i progetti Pia presentati dal commercialista salentino Marco De Marco (indagato). «Lui (cioè Emiliano, nel racconto riferito da un professore dell’Unversità del Salento non indagato, ndr) ha detto “no fermati... la cambio di assessorato”. Le ha tolto l'assessorato allo Sviluppo economico e l'ha messa al Turismo». Una ricostruzione che però non trova conferme. Fatto sta, però, che lo stesso professore non indagato, parlando con Barone, a settembre 2020 gli riferiva (come poi effettivamente avvenuto) il nome del futuro capo del Dipartimento dello Sviluppo economico. «La Berlingerio dovrebbe essere il prosieguo del professore, perché l'ha fatta candidare Michele Emiliano con la promessa che lei dovrà diventare il direttore di dipartimento».
«La logica che sottende il sodalizio», secondo le conclusioni della Procura di Lecce che parla di «lobby segreta», sarebbe stata «del controllo, per il tramite di una pluralità indeterminata di reati, di tutte le attività economiche di interesse della componente imprenditoriale di esso». Un interesse capace di influenzare le scelte della politica. [m.s.]