LECCE - Tumori e screening: un binomio inscindibile, ma l’adesione rimane molto bassa. Dalla Relazione sulle performance 2024 si evince che solo lo screening mammografico supera di poco il 50 per cento delle adesioni, ma lo screening cervice-uterino e quello del colon-retto sono ben al di sotto di questa percentuale. Eppure la diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza. Lo stretto legame tra diagnosi precoce e screening è confermato dal focus sulle neoplasie contenuto nell’Atlante dei tumori presentato l’altro giorno da Asl Lecce a Ecotekne dal quale si evince che nel 2020, quando le attività di screening furono bloccate a causa della pandemia, ci furono diminuzioni consistenti delle diagnosi.
Nel Focus sui tumori al tempo del Covid si legge: «Diminuzioni consistenti sono osservate per la maggior parte dei tumori più frequenti, questi includono: le neoplasie del distretto testa e collo (-60%), del colon e del retto (-40%), del polmone (-36%), le neoplasie della mammella (-31%), della prostata (-52%), della vescica (-36%), i linfomi non-Hodgkin (-50%) e il complesso delle leucemie (-40%). Uniche eccezioni sono state i tumori delle vie biliari (+36%) e i tumori del testicolo (+28%), tuttavia questi tumori sono fortemente condizionati da frequenze molto ridotte, il maggior numero riscontrato nel 2020 è pertanto da attribuire in tutta probabilità alla variabilità nell’incidenza di neoplasie più rare».
Considerando l’adesione allo screening certificato nella Relazione sulle performance 2024 emerge che nonostante l’invio degli inviti sia aumentato, la risposta rimane bassa. In provincia di Lecce la platea dello screening mammografico riguarda le donne tra i 50 e i 69 anni che sono pari a 55.068: di queste ne sono state invitate 44.614 pari all’81,02 per cento. Ebbene solo il 57,9 per cento ha aderito per un numero totale di esami pari a 25.830 tra primo e secondo livello (2.088) che viene effettuato quando dalla mammografia emerge qualcosa di sospetto che merita approfondimenti ulteriori. Per lo screening della cervice uterina la platea riguarda donne tra i 25 e i 64 anni che per il Salento, nel 2023, erano pari a 69.137 da sottoporre a pap test. In questo caso gli inviti sono andati ben oltre il target previsto raggiungendo il 120,29 per cento delle donne residenti nel Salento, ma la risposta è stata ancora più deludente perché solo il 35,99 per cento delle donne invitate a sottoporsi al pap test ha deciso di aderire.
Numeri ancora più bassi per lo screening del colon-retto che per l’esame di primo livello prevede la ricerca di sangue occulto nelle feci e nel caso sia verificata si procede con la colonscopia. È uno screening rivolto a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni nel Salento pari a 115.321 cittadini. Ne sono stati invitati il 74,7 per cento con un’adesione del 25,97 per cento.
C’è un altro dato che fa riflettere: nel periodo considerato (2020-2023) l’adesione è progressivamente diminuita. Per lo screening mammografico si è passati dal 79,43 per cento del 2022 al 57,9 per cento del 2023; nello stesso periodo per quello della cervice uterina si è passati dal 56,85 per cento al 35,99 per cento; lieve incremento solo per il colon-retto passato dal 24,33 per cento al 25,97 per cento.