LECCE - Nel prossimo Consiglio comunale non si potrà ancora votare la delibera sugli incentivi volumetrici, di cui si è tanto parlato (l’attuazione della legge regionale sul «Piano casa»), che farà crescere in altezza le case leccesi, anche nelle marine.
Il provvedimento comunale deve regolare gli ambiti di applicazione. Non sono pronte “perimetrazioni” e planimetrie. Ci sono una serie di allegati da produrre e da presentare insieme alla delibera che dovrà votare il Consiglio. Il tecnico a cui erano state affidate tutte queste operazioni ha vinto un concorso, ha ottenuto il trasferimento e non è stato nemmeno sostituito. Il dirigente comunale, Maurizio Guido, ieri mattina, in Commissione controllo XI ha ammesso che «la predisposizione di tutti questi elaborati è andata molto a rilento e non è stata compiuta entro il 2024, com’era previsto». «Il settore Urbanistica negli ultimi sette-otto anni ha perso 18 persone e non sono stati sostituiti nemmeno i dipendenti che sono andati in pensione poco tempo fa», spiega amareggiato il responsabile dell’Ufficio Urbanistica. Un brutto colpo per il Comune di Lecce, da troppo tempo alle prese con una carenza cronica di personale. Il presidente della Commissione, Antonio Rotundo, ha fatto notare che sono già trascorsi i 90 giorni previsti per portare al voto all’interno del Consiglio comunale questo provvedimento. L’unica zona esclusa dall’incentivo volumetrico è il centro storico (come tutte le zone A).
La legge regionale prevede «incentivi volumetrici» (fino a due piani in più in molti casi) per la demolizione e ricostruzione delle abitazioni, nel numero massimo del 20% in più della volumetria complessiva del 35% di volumetria in più per edifici (non vincolati) demoliti e ricostruiti. Non sarà possibile modificare la destinazione d’uso, che resta sempre abitativo. Sono previsti anche interventi di “delocalizzazione” (demolizione e costruzione su un altro sito). La norma prevede delle compensazioni fatte attraverso delle piantumazioni di alberi in alcune zone che devono essere ben individuate. Poi un altro intervento previsto dalla legge regionale, che il Comune deve applicare, è quello della riforestazione e rinaturalizzazione di alcune aree. Nel periodo che va dalla demolizione alla ricostruzione, non sarà previsto il pagamento dell’IMU. «Gli incentivi volumetrici varranno per un numero ristretto di case di edilizia sociale», ha chiarito il dirigente comunale.
L’assessore Gianpaolo Scorrano non è potuto intervenire ieri mattina a Palazzo Carafa, ma ha assicurato che entro fine febbraio sarà pronta la deliberazione: «I lavori per la predisposizione della delibera cosiddetta “Piano Casa” sono già a buon punto, nonostante la complessità della materia e la vastità del territorio da perimetrare. Si tratta solamente di un breve ritardo. Ogni giorno, con poche risorse a disposizione, il settore affronta una serie di problematiche e procedure straordinarie (dalle svariate Pas, inerenti le energie rinnovabili, ai numerosi progetti Cis e Pnrr), senza mai tralasciare quelle ordinarie (PdC, Scia, Cila e tanto altro) e il rapporto con il pubblico che viene garantito ogni giorno, diversamente da quanto avveniva nel recente passato». Scorrano avverte anche che «si cercherà di mettere mano anche alla revisione degli oneri di monetizzazione delle aree a standard, che non fu mai affrontata dalla precedente amministrazione».