LECCE - La sentenza con cui la Corte d’appello di Lecce ha chiuso il procedimento sui lavori per la realizzazione (mai portata a termine) del Twiga di Otranto potrebbe avere una coda davanti al Csm. Nel mirino finiscono le parole del procuratore facente funzioni di Lecce, Guglielmo Cataldi, che per rispondere alle accuse del patron del locale, l’imprenditore veneto Flavio Briatore (cui aveva replicato il sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone), ha dapprima rilevato che non c’è stata «alcuna sentenza di assoluzione nel merito», e poi ha ricordato che «pende tuttora in primo grado il processo per le vicende corruttive connesse anche alla realizzazione del Twiga».
Un riferimento che non è piaciuto all’avvocato Giuseppe Fornari, difensore dell’imprenditore salentino Roberto De Santis. Cioè di uno degli imputati nel procedimento «Hydruntiade», per il quale a settembre 2022 sono scattati una serie di arresti con l’ipotesi (anche) di corruzione: secondo l’accusa fu Roberto De Santis a impegnarsi per il rilascio delle autorizzazioni necessarie a realizzare lo stabilimento balneare, offrendo in cambio «sostegno elettorale» all’ex sindaco di Otranto, Luciano Cariddi. «Come dovrebbe essere chiaro, soprattutto agli operatori del diritto - scrive l’avvocato Fornari in riferimento alla pronuncia sui lavori -, ci troviamo di fronte a una sentenza di cui si conosce soltanto il dispositivo; per questo ho trovato privo di rispetto del lavoro svolto dalla Corte d’Appello il commento reso dal procuratore senza aspettare il deposito delle motivazioni, le uniche che potranno spiegare l’iter argomentativo».
«Inoltre - prosegue l’avvocato -, sono rimasto francamente sorpreso dal fatto che la Procura abbia sentito l’urgenza di intervenire a fronte di dichiarazioni politiche e, soprattutto, lo abbia fatto con un incredibile richiamo ad altro processo, tutto ancora da istruire, che postula ipotesi di reato diverse e rispetto al quale gli imputati hanno il sacrosanto diritto di non subire interferenze indebite. A fronte di ciò, il mio assistito mi ha dato incarico di valutare la presentazione di un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura. Verificherò se ne sussistono i presupposti». Poi l’affondo polemico nei confronti dei magistrati: «Quel che è certo, a mio avviso, è che ci si dovrebbe aspettare, da chi, in questo momento, sta svolgendo il ruolo di responsabile dell’ufficio di Procura, maggiore prudenza ed equilibrio, invece di parole totalmente fuori luogo rispetto ad un processo ancora in corso, di cui si rischia di inquinare la serenità ambientale».