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Twiga di Otranto, nessun abuso: la Corte d'appello fa cadere le condanne. Briatore: «In Puglia malagiustizia»

 
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Twiga di Otranto, nessun abuso: la Corte d'appello fa cadere le condanne

Assolti l'ex sindaco Cariddi e l'imprenditore De Santis dall'accusa di aver occupato aree demaniali. Prescritto il falso ideologico

Martedì 10 Dicembre 2024, 10:12

18:48

Non ci fu nessun abuso nella (mancata) realizzazione del Twiga Beach Club di Otranto, il lido vip che una società inizialmente riconducibile a Flavio Briatore (poi uscito dall’affare) avrebbe voluto realizzare in località Cerra prima che nel maggio 2017 intervenisse un sequestro. La Corte d’appello di Lecce (presidente Domenico Toni, relatore Silvia Minerva, Antonia Martalò) ha infatti ribaltato la sentenza di primo grado, anche per effetto della prescrizione, revocando così la confisca.

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Assolti «perché il fatto non sussiste» dal reato di occupazione abusiva del demanio Pierpaolo Cariddi, 57 anni, ex sindaco di Otranto (difeso dall’avvocato Gianluca D’Oria), che dell’opera era progettista e direttore dei lavori (tre anni e 9 mesi in primo grado) e l’imprenditore turistico Raffaele De Santis, 77, di Otranto (difeso dagli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Adriano Tolomeo), legale rappresentante della «Cerra» (tre anni e tre mesi in primo grado). Per entrambi è caduto anche l’abuso d’ufficio in quanto non più previsto dalla legge come reato.

Viene meno la condanna anche per l’ex dirigente del Comune di Otranto Emanuele Maggiulli, 58 anni, di Muro Leccese (avvocato Antonio Quinto), che rispondeva di abuso d’ufficio e di falso ideologico (ritenuto prescritto anche nei confronti di Cariddi): in primo grado la pena era stata fissata a 4 anni.

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