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Lecce, finisce in Tribunale il caso incarichi gratuiti

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

Lecce, finisce in Tribunale il caso incarichi gratuiti

Documento di 17 pagine per dire no alla «short list» del Comune

Mercoledì 16 Ottobre 2024, 12:21

LECCE - Incarichi gratuiti affidati dal Comune ai professionisti: pronto il ricorso al Tar. Il caso è stato sollevato dalla commissione Statuto presieduta da Antonio De Matteis. Sono stati auditi i presidenti dei vari Ordini professionali che hanno manifestato con vigore la loro contrarietà. La maggioranza ha poi tentato di rientrare in gioco convocando gli Ordini professionali nell’ottava commissione, Affari generali ed istituzionali, presieduta da Maurizio Botrugno. In quella seduta è intervenuta anche il sindaco Adriana Poli Bortone che ha escluso il ritiro dell’atto pur dicendosi disposta al dialogo con gli Ordini. Da quel momento il silenzio, ma il fuoco brilla sotto la cenere. Infatti un corposo ricorso è stato stilato dagli avvocati Antonio De Mauro (presidente dell’Ordine degli avvocati della provincia di Lecce) e Annarita Marasco.

Se il Comune ha pensato di aver ammansito i professionisti, facendogli digerire la prospettiva di lavorare a titolo gratuito, i fatti raccontano un’altra storia.

Sin dalle prime battute di questa vicenda il fronte degli Ordini professionali è stato compatto, come pure per la fase giudiziaria che vedrà interpellato il Tar di Lecce. Ordine degli avvocati, degli ingegneri, dei commercialisti ed esperti contabili, degli agronomi e dottori forestali, degli architetti, dei periti industriali e dei periti industriali laureati, il Collegio dei geometri e geometri laureati e dei geologi della Puglia, tutti insieme intendono impugnare sia la delibera della giunta comunale numero 307 del 13 settembre scorso con cui si dava indirizzo al dirigente del Settore Affari Generali e Istituzionali di pubblicare un Avviso pubblico per la formazione di una short list di esperti da incaricare a titolo gratuito, ma anche la determina dirigenziale numero 2788 del 20 settembre scorso con cui si dava corso all’Avviso pubblico per la formazione di una short list.

Un ricorso che si dipana in 17 pagine dove sono richiamati i fatti che hanno poi originato la scelta di ricorrere alle aule di giustizia.

In un passaggio del ricorso sono richiamate le modalità di accesso alla short list: «I requisiti professionali richiesti per potere partecipare alla “selezione” pubblica sono rappresentati dal possesso di una generica “consolidata e qualificata esperienza professionale documentabile”, mentre quelli soggettivi sono: la cittadinanza italiana, l’assenza di condanne penali, il possesso dei requisiti di cui agli artt. 2382 e 2387 c.c., oltre all’assenza di cause di inconferibilità ed incompatibilità. È previsto che, all’esito della verifica di ammissibilità delle candidature, sarà stilata una short list a cui il sindaco attingerà per l’affidamento dell’incarico di consulenza gratuita».

In più è precisato che: «Occorre inoltre evidenziare che i tentativi di interlocuzione tra gli Ordini professionali e l’Amministrazione non hanno prodotto alcun risultato, posto che alla richiesta di revoca della delibera e dell’Avviso formulata dai ricorrenti in occasione della loro partecipazione (su invito) alle sedute di due Commissioni consiliari, non è seguito alcun intervento correttivo da parte dell’ente». In sintesi gli Ordini hanno ritenuto di non avere scelta se non quella delle carte bollate per far valere le loro ragioni.

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