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Lecce, parcheggio «selvaggio» all'ospedale Fazzi: l’odissea quotidiana del personale

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

Parcheggio «selvaggio» al Fazzi l’odissea quotidiana del personale

E in Oncologia carenza di Oss. Gentile (Fials): «Si intervenga con urgenza»

Lunedì 29 Luglio 2024, 13:35

LECCE - I tormenti del personale sanitario: costretto ad andare a caccia di parcheggi rischiando di arrivare in ritardo sul posto di lavoro, mentre Oncologia è allo stremo per carenza di operatori socio-sanitari.

Giorni difficile per il “Vito Fazzi” di Lecce, l’hub di secondo livello di Asl Lecce che fra carenza di personale e difficoltà logistiche mette insieme criticità che stressano chi opera in un settore delicato qual è quello della cura e dell’assistenza dei malati. È il segretario provinciale della Fials, Vincenzo Gentile, a tratteggiare un ritratto a tinte fosche che investe i circa 1800 dipendenti del Fazzi spalmati tra Dipartimento di emergenza-urgenza, Polo oncologico, corpo centrale dell’ospedale. Per quanto riguarda i parcheggi alla Fials sono giunte diverse lamentele del personale che ha difficoltà sia nell’area esterna che nell’interrato della struttura nonostante ci siano 540 stalli (290 nell’interrato e 250 all’esterno).

Il paradosso è che per accedere all’interrato del Dea c’è una sbarra che teoricamente dovrebbe impedire l’accesso libero, ma – per ragioni sconosciute – non è mai stato attivato il funzionamento con l’ovvia conseguenza che l’utenza esterna accede privando chi lavora nell’ospedale di poter parcheggiare gratuitamente. Infatti spesso i lavoratori sono costretti a parcheggiare sulle strisce blu, esterne all’ospedale. Per questo Gentile chiede che siano attivate anche dalla Asl di Lecce, come già è stato fatto in altre Asl pugliesi, sbarre telecomandate per garantire i parcheggi al personale in servizio.

Altra storia quella dell’Oncologico dove ci sono 10 infermieri in servizio, senza operatori socio-sanitari e ausiliari a supporto, nonostante solo per i trattamenti terapeutici ci siano mediamente 100 accessi al giorno, la metà dei quali per la chemioterapia e circa 30 per prelievi e medicazioni ambulatoriali. «In Oncologia risultano in organico sei operatori socio-sanitari, ma si dedicano prioritariamente ad attività del reparto di Oncologia (secondo piano) – spiega Gentile – e solo marginalmente al day service situato al piano terra. Per sopperire a tale carenza, ci si avvale quotidianamente della “collaborazione” degli infermieri, che con grande sacrificio si occupano di mansioni non proprie: ritiro farmaci da Umaca precedentemente svolto da un’ausiliaria fino al suo pensionamento; ritiro e scarico dei carrelli consegnati settimanalmente dalla farmacia ospedaliera e lasciati al piano interrato che richiede movimentazione anche di carichi pesanti; distribuzione giornaliera del vitto ai pazienti; rifornimento di carta igienica e altro nei sette bagni del day hospital di Oncologia; rifacimento dei letti; igiene personale dei pazienti in mancanza di bagni per disabili; ritiro e consegna di emotrasfusioni e potremmo continuare».

Fatta questa rappresentazione, Gentile chiede rinforzi: «Come è evidente le attività vanno ben oltre il concetto di collaborazione vista la sistematicità con cui si verificano: il personale infermieristico è in grave disagio e si chiede con urgenza affiancamento da parte di Oss».

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