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«Niente anestesisti», a Gallipoli ospedale in emergenza: primari nel mirino

 
Giuseppe Albahari

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Giuseppe Albahari

«Niente anestesisti», a Gallipoli ospedale in emergenza: primari nel mirino

Il sindacato: «Lascino la scrivania e diano una mano»

Sabato 13 Luglio 2024, 13:07

GALLIPOLI - L’ospedale «Sacro Cuore di Gesù» versa in una situazione di drammatica emergenza. È la Fials del presidio, con una nota a firma dei rappresentanti sindacali aziendali Michele Barba e Silvio Cataldi, a sollevare il problema della carenza di medici anestesisti che ha portato al collasso le attività di un ospedale classificato di primo livello. E riprendono, in una nota inviata a vertici della Asl leccese, prefetto, presidente della Regione, assessore alla sanità pugliese e sindaco, una “indiscrezione” sul rischio di un’imminente chiusura dell’Unità operativa di rianimazione. Dettagliano, in ogni caso, che le sale operatorie sono di fatto inattive da mesi e interventi chirurgici di routine, anche importantissimi per pazienti neoplastici o portatori di patologie a rapida evoluzione peggiorativa, sono rinviati a data indefinita. Le ripercussioni lamentate dalla Fials sono di vario genere, a cominciare da quelle dirette sui pazienti, sia per le liste d’attesa, sia per la sfiducia che comportano dimissioni volontarie con rischi per la salute degli interessati.

Ed ancora: fuga di personale, danni economici per il bilancio dell’ospedale e rischio di ripercussioni sul settore turistico dell’inefficienza del sistema sanitario. Le proposte Fials per superare l’emergenza si muovono lungo due direttrici. Innanzitutto, una più efficace organizzazione delle risorse umane della Asl, che ha tenuto l’ospedale jonico a margine dell’assegnazione del personale assunto recentemente. Inoltre, «la necessità che anche i direttori di unità operativa abbandonino la scrivania e diano una mano concreta, come tante volte abbiamo visto fare nel passato, quando abbiamo avuto l’opportunità di registrare l’abnegazione di taluni primari di unità operativa che di fronte a difficoltà di reparto si sono calati nell’organizzazione e hanno partecipato attivamente ai turni di servizio riuscendo a trascinare e ad ottimizzare le prestazioni da erogare all’utenza».

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