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Grattini più cari a Lecce, Comune bocciato

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

Grattini più cari a Lecce, Comune bocciato

Poli Bortone: «Un piano poco serio». I commercianti: «Nessun coinvolgimento»

Venerdì 15 Marzo 2024, 10:13

LECCE - «Un piano poco serio». La candidata sindaco del centrodestra, Adriana Poli Bortone, liquida con una frase più stringata di un tweet il Piano economico finanziario riguardante il trasporto pubblico locale, con la parte più controversa relativa all’aumento del grattino, se le scelte saranno approvate in commissione traffico prima e in consiglio comunale poi. Indigesti l’azzeramento delle zone a 60 centesimi che passano a un euro, la tariffazione progressiva nelle zone più centrali che porterebbe il grattino a 3 euro dopo la terza ora di sosta, l’allargamento delle zone di sosta a pagamento fino ai quartieri Stadio, San Pio, via Taranto, stalli a pagamento nei festivi e fino a mezzanotte nelle festività natalizie e d’estate.

Se Gabriele Molendini, consigliere di Lecce Città Pubblica, applaude e sottolinea che «serve la rotazione della sosta e le strisce blu servono proprio a questo. A liberare queste strade, i residenti, i commercianti, da una situazione diventata difficile. E serve un servizio di trasporto pubblico efficiente, parcheggi di interscambio attrezzati, che rappresentino una alternativa all’arrivo in centro in auto e alla lunga sosta», non la pensano allo stesso modo Confesercenti, Confcommercio e l’opposizione capeggiata da Poli Bortone.

Il filo rosso che lega le diverse contrarietà riguarda in primo luogo il metodo, ossia il mancato confronto. Le scelte vengono percepite come imposizione dall’alto senza possibilità di poter dare un contributo che tenga conto di tutte le esigenze in gioco. Per Poli Bortone è anche l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe rintuzzando sul filobus che «era stato pensato proprio per liberare la città dalle auto e per il quale sono stata fortemente criticata, ma io non sono sindaco dal 2007 e nessuno si è mai preoccupato di fare i previsti parcheggi di scambio. Si tratta di un piano importante, che meriterebbe una maggiore riflessione e non di essere buttato lì a fine consiliatura. Capisco che questa maggioranza abbia necessità di questo piano per poter licenziare il Pug, ma come è stato per il piano urbanistico caratterizzato da scarsa consultazione anche in questo caso hanno deciso da soli».

Federico Pastore, direttore Confcommercio Lecce, e Antonio Schipa, direttore Confesercenti Lecce, lamentano il metodo (assenza di confronto), ma anche la penalizzazione del piccolo commercio già in sofferenza. E non solo. Pastore e Schipa non hanno contrarietà preconcetta al piano, ma lo reputano dannoso per l’economia locale non essendo stato preso in esame alcun provvedimento per accogliere i tanti automobilisti che ogni giorno arrivano a Lecce stimati in circa 108 mila.

«Tutti vogliamo una città green - precisa Pastore - e nessuno pensa che con le strade congestionate dalle auto sia più viva, ma se non diamo la possibilità di parcheggio non viene nessuno e le insegne si spengono quando stiamo facendo di tutto perché non accada. Siamo nettamente contrari all’allargamento della zona pedonale, all’aumento della tariffa di sosta, sino a quando non saranno realizzati autosilo per le auto e un sistema di trasporto pubblico efficiente. Ancora una volta dobbiamo apprendere le notizie dalla stampa senza che abbiano ritenuto importante ascoltare la nostra voce. I nostri associati sono preoccupati e noi con loro».

Sulla stessa lunghezza d’onda Schipa: «Non ci hanno ascoltati e ora ci confronteremo con le altre associazioni di categoria per decidere come agire. Così come è stato presentato non è un piano che possiamo accettare: penalizza gli automobilisti e disincentiva chi vive in provincia a venire a Lecce. Sentiamo parlare di un aumento delle tariffe di sosta e delle aree con le strisce blu, ma mai di parcheggi di scambio per chi arriva in città».

La maggioranza, dal canto suo, fa leva sulle 57 nuove assunzioni a tempo indeterminato di autisti e amministrativi legate ai 900mila chilometri di percorrenza che si aggiungono a quelli già in essere. E questo viene portato a giustificazione dell’aumento delle tariffe per rendere più efficiente il sistema di trasporto pubblico.

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