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Lecce, frodi all’ombra dei centri per migranti? In 23 sotto processo

 
Angelo Centonze

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Angelo Centonze

Lecce tribunale nuova

Truffa nelle pubbliche forniture, fatture per operazioni inesistenti, accesso abusivo al sistema informatico

Giovedì 07 Dicembre 2023, 11:16

LECCE - In 23 finiscono sotto processo a seguito della maxi inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione di alcuni centri che accolgono i migranti nel Salento. Al termine dell’udienza preliminare, nella giornata di ieri, il gup Maria Francesca Mariano, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm Massimiliano Carducci, nei confronti di: Giuseppe Mazzotta, 55enne di Trepuzzi; Pietro Giuseppe Paolo Maggio, 59enne di Santa Cesarea Terme; Italo Cozza, 52 anni di Santa Cesarea Terme, nelle vesti di appuntato scelto della Guardia di finanza. Sono finiti sotto processo anche gli imprenditori: Gabriele Solombrino, 42 anni di Copertino; Cosimo Serino, 57enne di Laterza; Fernando Margilio, 65 anni di Squinzano; Guido Cozza, di Santa Cesarea Terme. E poi Lucio Ruberti, 60 anni di Copertino; Alexandru Costantin Stan, 35 anni di Bucarest; Alessandro Romano, 47enne di Crotone; Anna Maria Saggiomo, 66enne di Camerota (provincia di Salerno); Fernando Antonio Guida, di Lecce; Antonio Fersini, di Diso; Fabio Natali, 42 anni di Maglie; Filippo Saquella, 33 anni di San Pietro Vernotico; Silvia Visconti, 43enne di San Pietro Vernotico; Emanuela Tanelli, 41 anni di Lecce; Salvatore Giannone, 42 anni di San Pietro Vernotico; Luigi Murra, 58 anni di Novoli; Maria Domenica Francesca Maggio, 57 anni di Santa Cesarea Terme; Assunta Stefania Maggio, 52enne di Santa Cesarea Terme; Massimo De Marco, 55 anni di Nardò; Leo Pasquarelli, 55enne di Atessa (Chieti).

Il processo si aprirà in data 1 febbraio del 2024 davanti al giudice Chiara Panico ed i 23 imputati potranno difendersi dalle accuse nel corso del dibattimento, attraverso i propri legali. Soltanto Fernando Toraldo, 73 anni di Lizzanello, ha patteggiato la 2 anni. Tra le accuse contestate a vario titolo agli imputati c’è la frode nelle pubbliche forniture e poi la dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, accesso abusivo al sistema informatico, utilizzazione del segreto d’ufficio.

Sono tre i filoni delle indagini dei militari della Guardia di Finanza di Otranto, che hanno portato all’emissione dell’ordinanza del gip Marcello Rizzo, con sette misure cautelari (un arresto e sei interdittive). Il primo riguardava un finanziamento pubblico per la realizzazione di un albergo a Santa Cesarea Terme, ottenuto anche grazie all’uso di fatture per operazioni inesistenti. Il secondo, toccava la gestione dei centri di accoglienza dei migranti richiedenti asilo. Il terzo, quello delle frodi finalizzate ad evadere l’Iva, si concentrava sul meccanismo del cosiddetto reverse charge.

Sulla gestione dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria), le indagini si sono soffermate anche sull’allontanamento per motivi vari dei migranti o sulla presenza di cittadini stranieri che, seppure in possesso di provvedimento di rigetto del permesso di soggiorno, risultavano ancora come ospiti. In questo modo venivano percepite somme di denaro non dovute.

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