Arriva dal Salento l’ennesima storia di sfruttamento della prostituzione. Questa volta, si parla anche di riduzione in schiavitù con una ragazza legata per non farla fuggire.
Anche lei, come tante altre extracomunitarie, era arrivata in Italia con il sogno di una vita migliore. Invece, è finita sulla... strada.
Una coppia di nigeriani è finita sotto processo per sfruttamento della prostituzione. Lo ha disposto il giudice dell’udienza preliminare Angelo Zizzari. «Approfittando dello stato di necessità essendo priva di fonti di sostentamento e lontana dai prossimi congiunti», era scritto nella richiesta di giudizio, la doppia, dopo aver organizzato il viaggio e il trasferimento in Italia della connazionale l’avrebbe «obbligata a prostituirsi tra le province di Lecce e Brindisi minacciando di morte lei e i prossimi congiunti».
Come si diceva, in più di qualche circostanza non solo le negavano di usare il telefono ma la legavano mani e i piedi per rimanere in una stanza vuota, impedendole di bere e di mangiare e facendosi consegnare il denaro incassato a seguito dell’attività di prostituzione. Una somma che secondo gli inquirenti si sarebbe aggirata intorno alle 3 o quattro mila euro. La coppia dovrà difendersi assistita dagli avvocati Michele Filannino del foro di Bari e Antonello D’ Amico del foro di Brindisi. La vittima, invece, si è costituita parte civile con l’avvocato Giulio Bray.