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Racale, maxi-truffa con i bonus edilizi: sequestrati beni per 12 milioni

 
Gianfranco Lattante

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Gianfranco Lattante

Racale, maxi-truffa con i bonus edilizi: sequestrati beni per 12 milioni

Sospetti su una società: gli indagati sono 33 tra salentini e campani

Martedì 19 Settembre 2023, 10:49

RACALE - Una truffa milionaria con i bonus e i superbonus edilizi. Cifre ingenti, superiori ai 12 milioni di euro per lavori mai eseguiti. La Guardia di Finanza ha scoperto i presunti raggiri. E ieri sono scattati i sequestri.

L’ordine è partito dalla Procura di Vallo della Lucania. Ma il destinatario principale è una società con sede a Racale ed uffici anche a Lecce. L’amministratore unico e rappresentante legale è Q,M.. un 55enne di Racale. Complessivamente gli indagati sono 33, buona parte dei quali (21 per la precisione) con residenza nel Salento. Ed esattamente a Alezio, Neviano, Taviano, Racale, Lecce, Palmariggi, Gallipoli, Alliste, Parabita, Surbo, Nardò.

L’indagine ha preso le mosse un anno fa. Gli accertamenti della Guardia di Finanza campana sono stati avviati sulla scorta di alcune segnalazioni di operazioni sospette poste in essere proprio dalla società di Racale. Così si è scoperto che dal 2021 la società aveva esteso il proprio oggetto sociale anche al comparto edile. Ma dalle verifiche sono emersi altri elementi che hanno insospettito gli investigatori: dopo soli pochi mesi dall’estensione dell’attività, la società si rendeva cessionaria di rilevantissimi crediti derivanti da presunti lavori di ristrutturazione edile effettuati su incarico di una vasta platea di soggetti, non solo salentini.

Le Fiamme gialle hanno approfondito. Così è emerso che nel volgere di appena dieci giorni, dal 21 al 30 settembre 2021 sarebbero stati effettuati lavori edili per 742mila euro pur in assenza di fatture di acquisto di materie prime, di lavoratori. Dal primo ottobre 2021 alla fine dello stesso anno gli importi sarebbero cresciuti in maniera esponenziale: l’importo dei lavori eseguiti ammonterebbe a 11 milioni e 280mila euro. Complessivamente i crediti ceduti alla società di Racale - secondo i calcoli della Finanza - ammontavano a 12 milioni e 22mila euro relativi al bonus facciate.

C’è dell’altro. I presunti committenti delle opere risultano essere destinatari di bonifici da parte della società di Racale a titolo di donazione pari ai costi di accesso alla pratica di bonus edilizio. Insomma una vera e propria partita di giro.

Ma gli accertamenti della Guardia di Finanza si sono mossi anche lungo altri due binari. Innanzitutto i militari sono andati a verificare l’esistenza della società. Così si è scoperto che era priva di un’effettiva sede legale: all’indirizzo di Racale - si legge nel provvedimento di sequestro - è stato trovato solo lo studio dell’amministratore. I finanzieri, poi, non avrebbero rilevato un’effettiva attività di impresa nella presunta sede di Lecce, in via Enzo Sozzo.

I controlli sono stati estesi anche agli immobili dove sarebbero stati eseguiti i lavori fantasma. E il procuratore Antonio Pizzi e il sostituto Antonio Ricci scrivono chiaramente l’esito delle ispezioni nel provvedimento di sequestro preventivo : «Tali rilievi evidenziavano un’assoluta assenza di qualsivoglia lavoro di ristrutturazione e in ogni caso una documentazione incongruente con la tempistica di accesso al credito, in alcuni casi sorto in data addirittura anteriore al deposito della Cilas (ossia la comunicazione di inizio lavori asseverata, ndr)».

Ieri è stato eseguito il provvedimento di sequestro d’urgenza pari a 12 milioni e 479mila euro nella disponibilità della società di Racale e di altri soggetti. Da congelare, secondo quanto disposto dalla Procura di Vallo della Lucania, beni mobili ed immobili, compresi titoli di credito, azioni e depositi nella disponibilità degli indagati.

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