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Incidente sul lavoro a Minervino: operaio muore schiacciato tra due camion

Incidente sul lavoro a Minervino: operaio muore schiacciato tra due camion

 
Redazione online

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Incidente sul lavoro a Minervino: operaio muore schiacciato da un camion

L'uomo, di 52 anni, è deceduto in via Kennedy. Il mezzo che guidava, forse senza freno inserito, si è mosso e lo ha spinto contro l'altro. La rabbia dei sindacati

Giovedì 20 Luglio 2023, 11:00

13:47

MINERVINO (Lecce) - Un operaio è morto questa mattina a Minervino, in via Kennedy, per un incidente sul lavoro. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori il 52enne, originario di Cutrofiano, era a bordo del suo camion in via Kennedy, in attesa di scaricare bitume per i lavori di rifacimento del manto stradale.

Davanti al suo mezzo, parcheggiato in fila, c'era un altro camion della stessa ditta. Il 52enne è sceso dal suo veicolo, dimenticando probabilmente di inserire il freno a mano, e il camion, complice la pendenza della strada, avrebbe iniziato a muoversi schiacciandolo contro il mezzo pesante davanti a lui.

Inutili i tentativi dei sanitari del 118 di salvarlo. Quando sono arrivati i soccorsi, allertati da chi ha assistito alla scena, per l'operaio non c'era già più nulla da fare. Sul posto per i rilievi sono intervenuti i carabinieri e il personale dello Spesal. L'intera area è stata transennata in attesa del magistrato di turno. 

LA CISL LECCE: FERMIAMO LA STRAGE

«Vogliamo innanzitutto esprimere il nostro cordoglio e la vicinanza ai familiari - dice la segretaria generale Ada Chirizzi - nell’attesa che vengano effettuati tutti gli accertamenti del caso e sia ricostruita l’esatta dinamica dell’incidente. Ma ribadiamo con forza che è necessario tenere sempre alto il livello di guardia ed è quanto mai urgente e non più rinviabile attivare strategie coordinate finanziabili con il PNRR e con i fondi per la coesione sia europei che nazionali, tutte mirate a garantire la salute e la sicurezza nei luoghi lavoro oltre che la regolarità contrattuale in un contesto di
piena e assoluta legalità».

La richiesta al prefetto è quella di attivarsi «per convocare in tempi brevi l’Osservatorio Provinciale sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro per individuare ed intraprendere qualsiasi azione concreta allo scopo di fermare la strage di morti bianche nel nostro territorio».

Antonio Delle Noci, segretario generale Filca-Cisl Puglia e reggente della Filca-Cisl di Lecce ricorda che «esiste una disposizione dell’Inps, che prevede con temperature superiori ai 35 gradi lo stop al lavoro e il ricorso alla Cassa integrazione. Inoltre una nota dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha chiarito che 'indipendentemente dalle temperature rilevate, la Cigo è riconosciuta in tutti i casi in cui il responsabile della sicurezza dell’azienda dispone la sospensione delle lavorazioni in quanto ritiene sussistano rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi i casi in cui le sospensioni siano dovete a temperature eccessive».

«L'edilizia - conclude il segretario - è sicuramente tra i settori più esposti, con migliaia di edili che anche in Puglia lavorano sotto il sole cocente. Bisogna intervenire anche con la contrattazione di secondo livello per introdurre strumenti in grado di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori edili, evitando inutili rischi».

FILLEA CGIL: È INACCETTABILE

«Ogni volta che si verificano tragedie come questa, restiamo spiazzati, scioccati, arrabbiati. È dura prendere atto - afferma Luca Toma, segretario generale della Fillea Cgil Lecce - che, nonostante gli appelli e l’impegno quotidiano per affermare la cultura della sicurezza, ancora oggi si continui ad uscire la mattina per andare in cantiere, con 40 gradi all’ombra, e non riuscire a far ritorno a casa».  

«Non bisogna abituarsi a questi fatti, farli diventare ordinari, considerarli un dazio da pagare alla crescita economica o come "rischio calcolato del mestiere"». «Non lo faremo mai - conclude - non riusciremo ad accettare l’idea che "queste cose accadono" e che siano una circostanza ineluttabile. Il lavoro è il principale strumento di accesso alla cittadinanza piena, un mezzo per realizzare se stessi e sostenere la propria famiglia, la via maestra per l’emancipazione delle persone: non può, non deve essere un luogo di morte».

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