LECCE - In due anni è raddoppiata la quantità di viveri che la Croce rossa di Lecce distribuisce non solo ai senzatetto ma anche alle famiglie che bussano allo sportello sociale di viale dell’Università. E che sono molte di più. In tutto, provincia compresa, la Croce rossa di Lecce assiste tremila famiglie. «Nel 2020 abbiamo consegnato 90 tonnellate di cibo - dice la responsabile Cri, Mimma Antonaci - L’anno scorso, la quantità è esattamente raddoppiata». L’altra novità, indicatrice dell’aggravarsi della situazione, è che fino all’altro anno, le famiglie chiedevano soltanto cibo. «Ora chiedono anche prodotti per l’igiene personale, pannolini, assorbenti - fa sapere Antonaci - come pure fornelletti con bombola e vettovaglie varie, piatti, bicchieri, pentole».
Non ci sono solo gli extracomunitari, anzi sono la minoranza. «In difficoltà ci sono tante famiglie giovani con bambini, e anziani soli - spiega - Durante la pandemia ci sono stati anche tanti professionisti che hanno avuto bisogno di aiuto, quando non potevano lavorare».
Molte delle persone che chiedono aiuto alla Croce rossa non sono registrate dai Servizi sociali. «Ma noi le aiutiamo ugualmente - assicura Mimma - In tanti si vergognano a dire di essere in difficoltà, e si presentano direttamente allo sportello, con le lacrime agli occhi. Qualcuno ci viene segnalato da amici o conoscenti o vicini di casa».
E spesso succede pure che ci siano persone che, per discrezione e rispetto, non vogliono consegnare viveri e altri generi di prima necessità a conoscenti che sanno essere in gravi difficoltà, ma li consegnano alla Croce rossa chiedendo di provvedere come fosse una loro iniziativa.
«La storia più commovente, di recente, è accaduta in una scuola elementare - confessa Mimma Antonaci - dove sono stati i bambini a riferire alle rispettive famiglie che una compagna aveva detto di non mangiare da cinque giorni. Così, le famiglie si sono attivate acquistano cibo e bevande e consegnandole a noi, che abbiamo provveduto a farli avere alle persone in difficoltà».
Un’emergenza sociale incredibile, la cui drammaticità è conosciuta solo da chi ogni giorno si dedica a donare una piccola parte del proprio tempo e delle proprie energie per alleviare le tragedie, almeno per un po’.