L’influenza stagionale galoppa e raggiunge il massimo della diffusione, almeno degli ultimi anni in questo stesso periodo. I dati a disposizione sono quelli pugliesi ma, assicurano i sanitari, fotografano puntualmente la situazione provinciale della circolazione dell’influenza 2022-2023, cosiddetta «australiana». Attualmente, l’incidenza media è del 12 per mille, un numero che diventa importante se si considera che, nello stesso periodo, nel 2019 - dunque in un periodo nel quale non c’era ancora il Covid - l’incidenza era dell’1,5 per mille. E sempre nel 2019, il picco raggiunto è stato del 13 per mille. Nella stagione 2017-2018, nel periodo natalizio era stata registrata una diffusione al di sotto del 2 per mille, mentre il picco era stato del 14 per mille.
L’anno scorso, l’incidenza - sempre in questo periodo - è stata del 4 per mille, dunque un terzo della diffusione in questo momento. E pure se si prendono in considerazione le cifre del 2009-2010, quando circolava la temuta influenza «suina», si arriva al 9 per mille. «Quella attuale, del 12 per mille, è un’incidenza media - spiega il dottor Alberto Fedele, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl - Non sappiamo quale e quando la diffusione del virus potrà raggiungere il picco. Ed è questo che ci preoccupa». Generalmente, il picco del contagio si registra nel mese di gennaio, anche se al Sud arriva con un «ritardo» di un paio di settimane.
È da dire che il contagio continua a circolare sopratutto tra i pazienti più piccoli, quelli in età pediatrica. Nella fascia tra zero e 4 anni, l’incidenza è del 33 per mille; tra i 5 ed i 14 anni, è del 21 per mille. Come diffusione, dunque, assicura il direttore Fedele, sta preoccupando di più il virus influenzale che quello del Covid, che, al momento, sembra meno aggressivo. D’altra parte, fortunatamente c’è da dire che, nonostante i numeri alti delle persone contagiate dall’«australiana», al momento non c’è una pressione a livelli di emergenza sugli ospedali, e sui pronto soccorso in particolare. Nè ci sono state conseguenze nefaste. «Finora sono stati registrati solo 4 casi gravi ed un decesso, accertati, a livello regionale - fa sapere Alberto Fedele - Si è trattato di pazienti anziani, affetti anche da altre patologie croniche, come sempre accade in questi casi». Proprio per questo, comunque, resta valido, dice Fedele, l’invito a sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale, che si conferma sempre utile. «Chi non è stato contagiato fa ancora in tempo, e fa bene, a vaccinarsi - è l’esortazione del responsabile del Dipartimento di Prevenzione - Diciamo che quella di adesso è l’ultima chiamata».