LECCE - Quattro nomi per la baby gang nella movida leccese. Sono quattro giovanissimi (il più piccolo ha 14 anni, il più grande 16), di buona famiglia. Nelle scorse ore la Procura per i minorenni li ha convocato negli uffici della Squadra mobile per essere interrogati. Si presenteranno con il peso delle accuse formulate nei loro confronti: percosse, violenza privata e lesioni personali. Tre gli episodi contenuti nella contestazione provvisoria, firmata dallo stesso procuratore Simona Filoni. Ma gli episodi potrebbero essere di più. Come di più sono i componenti della baby gang. Un gruppo fluido, con almeno altri cinque, forse sei elementi. I volti degli altri sono rimasti al momento sconosciuti. Felpe e cappellini non avrebbero permesso alle telecamere del centro di riprendere i loro visi o di fornire elementi sufficienti per giungere ad un riconoscimento.
Il primo episodio risale al mese di febbraio del 2022. Sarebbe avvenuto vicino al teatro Apollo. Il branco (tre degli indagati più altri bulletti rimasti senza nome) avrebbero aggredito un minore. Prima sputandogli addosso e poi spingendolo violentemente fino a farlo sbattere contro un muro. Non solo. La vittima sarebbe stata presa a calci e fatta cadere per terra.
Il secondo episodio è avvenuto il 14 maggio scorso. Stavolta l’aggressione è avvenuta nei pressi di piazza Mazzini. Nel mirino un ragazzino che giocava a pallone. Il branco gli avrebbe sottratto la palla non per giocarci ma per scagliarla con violenza e ripetutamente contro il minore. Nelle intenzioni dei bulli l’aggressione avrebbe dovuto avere anche un seguito. Uno di loro, infatti, avrebbe afferrato per il collo il ragazzino intimandogli di seguirli. La vittima, però, riuscita a divincolarsi dalla presa, sarebbe scappata trovando rifugio e riparo all’interno di un negozio di abbigliamento sportivo, proprio nella centralissima piazza Mazzini.
E veniamo al terzo episodio. È datato aprile 2022. Stavolta il branco avrebbe agito per vendetta. I bulli non avrebbero mandato giù il fatto di essere stati messi alla porta ad una festa privata alla quale non erano stati invitati. E si sarebbero vendicati nei confronti di chi li avrebbe invitati ad allontanarsi. Un affronto che i bulli non avrebbero mandato giù. Da qui la spedizione punitiva a suon di calci e pugni nei confronti del ragazzo che li aveva invitati a lasciare la festa che si teneva in casa di un amico. La vittima sarebbe stata colpita alla testa con un pugno e, una volta caduta per terra, gli sarebbe stato sferrato un calcio in pieno volto.