LECCE - Il sospetto è che dietro possa esserci un qualche tipo di accordo illecito, forse legato a interessi di tipo elettorale. Ci sono 19 pulitori che la Sanitaservice di Lecce aveva deciso di stabilizzare nonostante una delibera della giunta regionale lo avesse vietato in attesa della conclusione delle ricognizioni sul personale. E che dopo le polemiche causate dalla pubblicazione della notizia sono transitati per la Asl, dove svolgeranno a tempo determinato le mansioni di Operatore socio-sanitario che molti di loro in precedenza avevano svolto proprio per la stessa Sanitaservice.
Un meccanismo a dir poco contorto che è entrato nel mirino delle indagini, le stesse che a luglio hanno portato all’arresto dell’ex assessore regionale al Welfare, Totò Ruggeri, facendo emergere gli interessi politici intorno al serbatoio di voti rappresentato dall’azienda in-house della Asl.
La Finanza di Lecce ha infatti acquisito l’elenco delle assunzioni, da incrociare con gli elementi raccolti in questi mesi di indagini sui rapporti tra Ruggeri e l’ex direttore generale della Asl, Rodolfo Rollo, pure lui indagato, che dopo la richiesta di interdizione da parte della Procura di Lecce ha preferito dimettersi (Rollo è stato interrogato il 12 luglio, ma il gip non ha mai deciso sull’interdizione). La verifica serve a capire perché questi lavoratori debbano essere presi a ogni costo, nonostante lo stop alle assunzioni imposto dalla giunta regionale: per assecondare il pressing dei sindacati, oppure per qualche altro motivo collegato a ragioni politiche? Le indagini hanno già fatto emergere gli interessi del sistema che ruotava intorno a Ruggeri e ai suoi più stretti collaboratori politici, che si impegnavano per trovare posti di lavoro in molte società collegate alla Regione. In Sanitaservice Lecce, del resto, sono transitati parenti di persone coinvolte nell’indagine «Re Artù», poi disinvoltamente passate in Asl.