LECCE - Immaginate l’esodo preferragostano, le principali arterie intasate di traffico, le code interminabili col sole che picchia forte e poi finalmente il piacere di essere arrivati a destinazione carichi di ogni. Provati dall’afa ma finalmente abili alla tintarella h24.
Palloni, vettovaglie, abitini leggeri, sdraio per la spiaggia da scaricare e all’orizzonte le meritate vacanze su una delle coste più ambite in questo periodo storico, quella salentina.
Negli occhi e sugli smartphone, decine di foto del mare caraibico di Porto Cesareo e Torre Lapillo, e nei piani a brevissimo termine, quella voglia di riscatto dopo due anni di pandemia e una «fuga» di tutto riguardo con cui far schiattare di invidia colleghi e parenti al rientro in città. Ecco, immaginate. Fin qui desideri e progetti.
Ora immaginate di arrivare davanti all’abitazione presa in affitto, suonare con quel poco di forze rimaste dopo il lungo viaggio e trovarsi di fronte il proprietario, che anziché consegnarti le chiavi ti dice: «Scusi, lei chi è? Io abito qui e non schiodo, questa casa non s’affitta!»
E dai progetti si passa alla realtà. Tutt’altro che da cartolina. Una porta che invece di spalancarsi ti si chiude in faccia...