LECCE - Permettere al padrone di incontrare il proprio cane. L’ostacolo è solo uno. Il padrone, attualmente, è detenuto.
La separazione tra i due, un 52enne e il suo pastore belga Zair, avviene un mese fa a Santa Maria al Bagno, quando i Carabinieri di Galatone conducono l’uomo presso il carcere di Lecce per scontare vecchi reati.
E Zair? Facile immaginarlo: il bellissimo pastore nero, pelo lungo e taglia media, soffre il distacco dal proprio padrone e da quelle passeggiate insieme sul lungomare.
Una sofferenza dura da affrontare, nonostante le cure amorevoli ricevute dalla sezione leccese dell’associazione «Verdi Ambiente e Società» di Maria Teresa Corsi, che nel frattempo prende in affido il quattro zampe rimasto solo. Sempre la Corsi, fa un passo in più.
Prende carta e penna e insieme al presidente nazionale della onlus «Verdi Ambiente e Società», Stefano Zuppello, scrive alla casa circondariale di Lecce.
La richiesta è semplice quanto «rivoluzionaria» se venisse accolta dalla direzione del carcere di Borgo San Nicola: «Da anni stiamo portando avanti un progetto di pet therapy che prevede la visita degli animali da compagnia ai loro padroni detenuti. Ci sembra un progetto meritevole di attenzione – spiegano Corsi e Zuppello – che sicuramente aiuterebbe le persone a sopportare meglio una condizione certo non fortunata e farebbe felice l’animale improvvisamente privato della compagnia del proprio padrone».
«Ci auguriamo – è l’appello finale rivolto alla direttrice del carcere leccese, la dottoressa Mariateresa Susca – che la sua sensibilità possa tramutarsi anche in una valutazione positiva di questo progetto, magari con la firma di un protocollo d’intesa».
Ora la palla passa alla direzione del carcere.
In attesa che possa essere lanciata, magari, verso Zair e gli altri amici a quattro zampe.