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Lecce, divulga un fotomontaggio della preside «nazista»: studente sospeso

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Cellulari, telefonini

L'episodio a febbraio: il Tar ha confermato che la decisione della scuola era giusta

Giovedì 02 Giugno 2022, 12:07

17:19

LECCE - Diffonde su WhatsApp il fotomontaggio che ritrae il volto della preside sul busto di un ufficiale nazista con il simbolo delle SS sul braccio sinistro e viene sospeso per cinque giorni.

La vicenda, che risale al febbraio scorso, ora approda davanti al Tar di Lecce, che conferma l’adeguatezza del provvedimento irrogato nei confronti dello studente, un alunno di un liceo della provincia. È bene precisare che non è stato il ragazzo l’artefice del fotomontaggio: l’immagine, realizzata da ignoti e affissa sui bagni della scuola, è stata solo condivisa dallo studente.

Lo scatto è stato inviato nella chat della classe, in un gruppo più ristretto composto dal ragazzo e da altri tre compagni, al padre del giovane e infine ad un ex alunno della scuola diplomatosi l’anno precedente.
In sede di discussione, l’avvocato Vincenzo Perrone ha sostenuto che la finalità del gesto non era certo quella di denigrare la dirigente o fare commenti a sfondo nazista. La condivisione di una foto con il cellulare, principale mezzo di comunicazione fra giovani e giovanissimi, era semplicemente un modo di voler mostrare agli altri qualcosa di particolare o eclatante. Ma i giudici hanno comunque censurato la condotta dello studente, ormai prossimo alla maturità, puntando soprattutto sul fatto che la foto avrebbe evocato il nazismo.

«L’accostamento “fisico” della preside al nazismo è tanto più grave - si legge nella sentenza - in quanto riporta l’immaginario collettivo agli orrori del nazismo – ideologia totalitaria che si è posta quale miccia decisiva dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale – con tutte le sue tragiche conseguenze, in particolare la morte di milioni di civili inermi, trucidati dai nazisti nei campi di concentramento in nome di una presunta (e inesistente) “superiorità di razza”. Ebbene, il fatto di riprendere con il telefono cellulare immagini aventi un retroterra storico di questo tipo, e amplificarne la diffusione mediante invio ad altri soggetti (non ha alcun rilievo il fatto che la diffusione sia avvenuta senza utilizzare la rete Internet), è condotta quantomai grave, che imponeva un’adeguata sanzione. E sul punto, la sanzione irrogata (3 giorni di sospensione con allontanamento dalla comunità scolastica, più 2 ulteriori giorni di sospensione convertiti in un lavoro personale di ricerca) può ritenersi senz’altro proporzionata alla gravità della condotta posta in essere dal ricorrente».

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