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Omicidio al fast food di Maglie, nessuno sconto di pena in Appello

 
Angelo Centonze

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Angelo Centonze

Maglie, omicidio al fast food

Al giovane autore non sono state concesse attenuanti , malgrado fosse intervenuto per difendere il fratello

Venerdì 22 Aprile 2022, 12:23

MAGLIE - Nessuna riduzione della pena per l’omicida di Mattia Capocelli, il giovane freddato con un colpo di pistola nei pressi di un fast food a Maglie. La Corte d’Assise di Appello (presidente Vincenzo Scardia) ha condannato Simone Paiano, 27 anni di Maglie, a complessivi 19 anni, 3 mesi e 30 giorni di reclusione per omicidio volontario e detenzione abusiva d’arma, confermando la sentenza del gup Marcello Rizzo, emessa con il rito abbreviato nel giugno del 2020. Confermati, come in primo grado, anche la misura di sicurezza della libertà vigilata per 3 anni ed il risarcimento del danno di 750 mila euro per i familiari di Mattia Capocelli, 28enne di Maglie. Nello specifico, 600 mila euro per i genitori e 150 mila euro per il fratello, che si sono costituti parte civile con gli avvocati Alberto ed Arcangelo Corvaglia.

Il sostituto procuratore generale Salvatore Cosentino aveva chiesto in una precedente udienza, il riconoscimento dell’attenuante della provocazione, invocando una pena inferiore a 16 anni.
Gli avvocati Dimitry Conte e Amilcare Tana, difensori di Simone Paiano, hanno sempre sostenuto la tesi della legittima difesa. I due legali, una volta depositate le motivazioni della sentenza, entro il termine di 90 giorni, potranno fare ricorso in Cassazione. Invece, la Corte d’Assise di Appello ha condannato, escludendo l’aggravante della minorata difesa, ad 1 anno e 4 mesi: Salvatore Maraschio, 26 anni, detto “Toto”; Marco Cananiello, detto “Bravo”, 22 anni; Andrea Marsella, 29enne, detto “Banderas”, tutti di Maglie (condannati ad 1 anno, 5 mesi e 10 giorni in primo grado). Erano accusati di sequestro di persona, porto abusivo d’armi e lesioni personali aggravate dall’avere agevolato l’associazione mafiosa.

E poi, confermata la condanna alla pena di 1 anno per Domenico Tunno, 31enne di Maglie, accusato di favoreggiamento personale. Occorre anche ricordare che Andrea Paiano, il fratello del presunto omicida (ferito durante l’agguato), si era costituito parte civile, con l’avvocato Dimitry Conte e la Corte ha confermato la condanna per Maraschio, Cananiello e Marsella al risarcimento del danno in solido tra loro, di 10mila euro. Il collegio difensivo è completato dagli avvocati: Simone Viva, Luigi Corvaglia, Mario Blandolino, Giuseppe Presicce, Roberta Cofano, Antonia Candido, Alessandra Luchina.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo di Lecce e dai colleghi del Norm di Maglie. Come risulta dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dal sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini, l’omicidio di Mattia Capocelli è maturato a seguito di contrasti per lo spaccio di droga nel territorio magliese. Da una parte c’era Simone Paiano che, dopo la sua scarcerazione, aveva manifestato a Capocelli l’intenzione di spacciare in autonomia. In particolare, si era rifiutato di avere rapporti “commerciali” con il clan mafioso capeggiato da Francesco Amato detto “Padreterno”, smantellato con l’operazione “Tornado” e di cui faceva parte anche Capocelli, oltre a Maraschio, Cananiello e Marsella. Attraverso l’omicidio di Mattia Capocelli, avvenuto il 25 aprile del 2019 nei pressi di una rivendita di panini in via Don Luigi Sturzo a Maglie, Paiano voleva ottenere il controllo incontrastato dello spaccio.

Nel corso dell’interrogatorio in carcere, il 27enne ha riferito di essere stato vittima di un agguato e che non aveva intenzione di uccidere Capocelli.

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