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Associazione a delinquere per controllare le piazze di spaccio di Nardò: 9 arresti, indagini anche per usura ed estorsione

 
Redazione online

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Usura, traffico droga, estorsione e armi: 8 arresti nella zona di Nardó

L’operazione della polizia è partita alle prime luci dell’alba: si ipotizzano collegamenti con la Sacra Corona Unita

Mercoledì 13 Aprile 2022, 07:20

13:35

LECCE - All’alba di oggi, la Squadra Mobile di Lecce ed il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò, dopo una lunga indagine, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone, indagate a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al traffico ed alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, estorsione, usura e violazione della legge sulle armi.

Le indagini, avviate nell’estate del 2019, hanno riguardato un’organizzazione operativa sul territorio della provincia di Lecce,  specificatamente nel comprensorio neretino, area geografica dove Giuseppe Durante, detto “Pippi” (condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’assessore comune di Nardò, Renata Fonte) e Marcello Dell'Anna (la cui “mafiosità” è stata ampiamente riconosciuta con sentenze passate in giudicato) sono considerati i referenti della Sacra Corona Unita, con ruoli direttivi. Agli arrestati di oggi è contestata l’appartenenza al gruppo criminale, come promotori, organizzatori o partecipi all’illecita attività delittuosa, finalizzata all’approvvigionamento ed al controllo delle piazze dello spaccio di Nardò e dei comuni e località marine limitrofe.

L’indagine si è avvalsa anche delle preziose dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, e avrebbe palesato come Roberto Longo, la cui affiliazione alla SCU è consacrata da sentenza, ritenuto uomo di fiducia di Giuseppe Durante, insieme ad altri sodali, abbia gestito le attività illecite dell’organizzazione, operativa prevalentemente nel territorio neretino.
Ai promotori sono contestate, inoltre, azioni punitive con aggressioni fisiche e conseguenti lesioni personali, nei confronti di chi non osservava le regole dell’associazione o di chi, acquirente, pusher o spacciatore, non pagava per tempo l’importo
della droga acquistata. Sarebbe emersa in alcune occasioni la disponibilità di armi.

Infine, nei confronti di uno degli indagati, è stata avanzata l’ipotesi del reato di usura, ritenendo di aver documentato, in ben sei episodi, il pagamento da parte di un imprenditore neretino, in brevissimo tempo, di interessi vertiginosi a fronte di somme ricevute in prestito.

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