LECCE - Inaugurato ieri al «Fazzi» il robot operatorio da Vinci. «Il futuro inizia adesso. Con un minimo disagio del paziente si ha la possibilità di soluzioni complesse interprofessionali», spiega il direttore generale della Asl Rodolfo Rollo. Ad alternarsi alla consolle ieri i primari del nosocomio leccese rispettivamente di chirurgia Marcello Spampinato e di Urologia Vincenzo Pagliarulo. «La prospettiva è quella di creare una rete con dei percorsi di cura ed assistenza. È questo il futuro della chirurgia» preannuncia Rollo. «Anche se la diagnosi è fatta in un altro ospedale della Asl i pazienti potranno essere trasportati al Fazzi ed operati sotto la regia dei direttori delle diverse Unità Operative. È uno strumento a disposizione di tutta la Asl, in particolare dei giovani» chiosa il direttore generale.
Si tratta del più evoluto sistema robotico adoperato per la chirurgia mininvasiva. «Ha diverse applicazioni che spaziano dunque dalla chirurgia generale alla toracica, dall'urologia alla ginecologia» spiega Rollo. Questa tecnologia vede il chirurgo fisicamente lontano dal campo operatorio, davanti ad un monitor dotato di comandi. In sostanza il professionista esegue materialmente l’intervento dalla console chirurgica posizionata esteriormente al campo sterile. Mediante i due manipolatori, simili a due joystick per intendersi, ed ai pedali, il professionista guida la strumentazione ed osserva il campo operatorio attraverso il monitor dell’endoscopio in 3D. Il Da Vinci riproduce i movimenti sotto la guida del chirurgo con elevata precisione, eliminando il naturale tremore delle mani ed ampliando la gamma dei movimenti. La visione ingrandita e tridimensionale consente di distinguere anche strutture anatomiche altrimenti invisibili ad occhio nudo. Un sistema che effettua oltre un milione di controlli di sicurezza al secondo, senza considerare che feed-back audio e video danno costantemente informazioni sul sistema e sullo stato del paziente.
Il modello Xi, acquistato a fine gennaio a Lecce, ha concluso i collaudi e tutto l’iter burocratico di avvio solo negli ultimi giorni. Rappresenta l’ultima versione della tecnologia Da Vinci. Rispetto ai modelli precedenti consente di operare anche su siti anatomici opposti, cioè su addome superiore ed inferiore, con un’unica posizione del robot. Le attività del Da Vinci saranno coordinate dal direttore del Dipartimento di chirurgia Marcello Spampinato. I chirurghi della Asl che già lo sanno usare potranno adoperarlo, per gli altri c’è la possibilità di apprendere la tecnica d’intervento.
«È questa la nuova frontiera della cura, la tecnica operativa del futuro - conclude il direttore generale - ed è importante che i giovani medici, indipendentemente da dove lavorano, possano venire ad apprenderne le dinamiche laddove ancora non le conoscano».