LECCE - Il gip di Lecce Marcello Rizzo ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta sulla scomparsa di Roberta Martucci che risale al 20 agosto 1999. La ragazza aveva 28 anni quando si persero le sue tracce a Torre San Giovanni, Marina di Ugento, in Salento. Unico indagato, per le ipotesi di omicidio volontario e occultamento di cadavere, era il cognato della donna.
Roberta Martucci era una giovane ragazza, ultima di cinque figlie e impiegata in un centro per anziani, di cui si è persa ogni traccia. L’hanno cercata a lungo quella notte del 20 agosto di oltre vent'anni fa. L’amica con cui la 28enne doveva incontrarsi per fare shopping approfittando dei saldi estivi, non vedendola arrivare, ha provato più volte a chiamarla. Almeno fino alle 23.00, ora in cui le avrebbe inviato un messaggio: «Roberta per favore non fare scherzi. Chiamami» si legge. Ma la 28enne aveva detto alla madre di dover andare a una festa. E sembrava così dall’abbigliamento, troppo elegante per un semplice giro tra i negozi e troppo vistoso per una ragazza acqua e sapone che amava uscire in tuta.
Il gip ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura e ha motivato la decisione spiegando che "gli elementi acquisiti nei confronti dell’indagato» Donato Citignola (cognato di Roberta Martucci, ndr) «non sono idonei a fondare l’accusa in giudizio, né appaiono decisive le ulteriori indagini sollecitate con l’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione». Il gip conclude affermando che a carico dell’indagato esistono «meri sospetti e congetture non avvalorati da concreti e precisi dati fattuali che possano supportare un’accusa meritevole di un vaglio dibattimentale».
Alla richiesta di archiviazione si era opposta una delle sorelle di Roberta Martucci, Lorella, sulla scorta delle conclusioni a cui erano giunte le criminologhe Roberta Bruzzone e Isabel Martina, consulenti della famiglia.