LECCE - Sono 79,494 le tonnellate di eternit che ricoprivano manufatti e capannoni del centro abitato di Lecce o abbandonati su terreni in zone agricole che il Comune di Lecce ha rimosso a partire da gennaio 2020.
Lo comunica l’Assessorato all'Ambiente, che ha svolto negli ultimi due anni una apposita attività amministrativa e ispettiva volta alla bonifica dei siti privati contaminati. Gli interventi più significativi sono stati eseguiti su fabbricati localizzati in via Leuca, con la rimozione di 25,570 tonnellate di eternit, in via Gianmatteo, con la rimozione di Va17,302 tonnellate, in Zona Mezzogrande, sulla Lecce-San Cataldo, con la rimozione di 11,780 tonnellate di eternit (sulla stessa via è in corso altro iter procedimentale per la bonifica di altri capannoni) e in Via del Frullino a Frigole, dove sono state rimosse 13,8 tonnellate di eternit.
Nella maggior parte dei casi le analisi hanno rilevato uno stato di degrado e di pericolosità dell’eternit tale da rendere necessaria l’immediata bonifica, con la rimozione, incapsulamento o sovracopertura dell’eternit. In alcuni casi, la mancata collaborazione da parte dei proprietari degli immobili ha reso necessaria l’emanazione di apposite ordinanze sindacali motivate con l’urgenza di rimediare all’elevato rischio per la salute pubblica che le coperture in amianto, e il loro degrado, comportavano.
«Si tratta di un lavoro senza precedenti per la città di Lecce – dichiara l’assessora all’Ambiente Angela Valli – in molti casi l’ufficio ha ripreso in mano vecchi procedimenti che si trascinavano ormai da molti anni, riuscendo a porvi soluzione idonea e definitiva a salvaguardia della salute pubblica. Ringrazio i cittadini che con le loro segnalazioni hanno contribuito al censimento delle situazioni più rischiose. Il nostro obiettivo è giungere a una completa dismissione dell’amianto in città».