LECCE - La commozione e le lacrime del cardinale Marcello Semeraro a conclusione della visita pastorale dopo l’elezione a porporato dell’ex vescovo di Albano Laziale e di Oria e la nomina di prefetto della Congregazione per le cause dei Santi disposta dal Santo Padre.
Già sabato a Monteroni, sua città natale, monsignor Marcello Semeraro era stato accolto con entusiasmo.
In Municipio tutto il consiglio comunale gli ha dimostrato l’affetto della città e poi nella chiesa matrice dell’Assunta, dove fu ordinato sacerdote nel 1971 da Monsignor Francesco Minerva, ha celebrato l’eucarestia.
«Pensavo di dover tornare definitivamente a casa - ha detto il cardinale arrivando sabato pomeriggio a piedi davanti il portone del Comune della cittadina natale - qui ci sono luoghi ancorati a tanti ricordi, ma la chiamata di Papa Francesco mi ha reso ancora legato a Roma».
Dopo gli appuntamenti monteronesi ieri è stato festeggiato in diocesi a Lecce.
Alla presenza delle autorità civili e militari, tra cui anche il sindaco Carlo Salvemini, ha celebrato un solenne pontificale alla presenza del cardinale Salvatore De Giorgi e dei vescovi pugliesi Angiuli, Caliandro, D’Ambrosio, Filograna, Palmieri, Renna, Seccia e Negro. «Sono lieto di riceverti - ha detto l’arcivescovo metropolita di Lecce Michele Seccia facendo gli onori di casa - nella tua chiesa. Qui tra la tua gente sarai sempre amato ed incoraggiato». «Celebrare qui mi commuove - ha detto durante l’omelia il cardinale Semeraro - Dove sono stato ordinato vescovo oggi vedo molti volti cari, tanti amici e fratelli».
La commozione è stata intensa, fino alle lacrime, quando il prelato ha ricordato i trascorsi presso la scuola teologica regionale di Molfetta, dove è stato allievo prima e poi docente con tanti sacerdoti e vescovi presenti. Il presule ha invocato poi responsabilità e fiducia da parte di tutti per il superamento dell’attuale situazione pandemica ricordando una frase di don Tonino Bello: «Se la paura bussa alla porta del tuo cuore manda ad aprire la fede, la speranza e la carità». «Per i riti del concistoro - ha aggiunto - ho indossato la croce regalatami dal clero leccese per la mia ordinazione episcopale: un segno di legame con la mia terra».
Al nuovo Cardinale la diocesi ha donato ieri una natività in cartapesta, racchiusa in una campana di vetro, opera di maestri salentini. «Caro don Marcello - ha detto, infine, il Cardinale vernolese Salvatore De Giorgi - le tue nomine sono segni evidenti di stima e apprezzamento da parte del Papa ma anche segni della benevolenza divina verso la chiesa di Lecce».