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Lecce, è il giorno dei funerali separati per i due fidanzati uccisi
Vescovo all'assassino: «Costituisciti»

 
Fabiana Pacella

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Fabiana Pacella

Lecce, oggi i funerali separati dei fidanzatini uccisi

I funerali di Daniele si terranno alle 12 nel Duomo di Lecce e saranno celebrati dall’arcivescovo Michele Seccia, quelli di Eleonora Manta si terranno alle 16 in piazza a Seclì e a celebrarli sarà lo zio sacerdote della ragazza

Sabato 26 Settembre 2020, 09:57

17:31

LECCE -  Il triplice fischio degli arbitri che segnala la fine della partita ha salutato il feretro di Daniele De Santis all’uscita del Duomo di Lecce a conclusione del rito funebre. A fischiare sono stati i giovani aspiranti direttori di gara della Sezione leccese che indossavano le magliette bianche con l’immagine del giovane ucciso a coltellate con la fidanzata Eleonora Manta.

La bara del 33enne ha fatto il suo ingresso tra due ali di giovani componenti aspiranti direttori di gara della Sezione leccese di cui faceva parte Daniele.

Indossano una maglietta bianca con impressa l’immagine di Daniele impegnato su un campo e la scritta: «Qua c'è tutto a dire che ci sei. Fai buon viaggio e poi, riposa se puoi».

La cerimonia funebre é officiata dall’arcivescovo di Lecce monsignor Domenico Seccia. Sono presenti numerosi rappresentati dell’associazione arbitri guidati da Marcello Nicchi , presidente nazionale Aia , Danilo Giannoccaro e Luigi Nasca, componenti commissione arbitri serie A, Antonio D’Amato designatore arbitro serie C e Paolo Prato presidente Aia Lecce.
L’ingresso in cattedrale é interdetto ai giornalisti e ai cineoperatori per volere della famiglia . 

I FUNERALI DI ELEONORA -  E’ stata composta nel feretro con l'abito da sposa della madre, Eleonora Manta , la fidanzata di Daniele De Santis assassinata con il compagno la sera dello scorso 21 settembre nella casa di via Montello a Lecce dove la coppia si era trasferita lo stesso giorno.

I funerali si svolgono nella piazza di Seclì, paese di origine della 30enne, dove abita la madre Rossanna e altri familiari. Sul feretro bianco è stata deposta una corona di rose gialle.

Tra i presenti ci sono amici, colleghi dell’Inps di Brindisi dove dal luglio dello scorso anno Eleonora lavorava, ma anche tanta gente comune. La cerimonia funebre si celebra nel rispetto delle misure anti Covid ed è officiata dal parroco don Antonio Bruno.

Non c'è invece don Antonio Musca, parente di Eleonora, che avrebbe dovuto concelebrare, impedito da un malore che lo ha sopraffatto poco prima. La piazza è presidiata dalle forze dell’ordine, per lo più in borghese.

LE PAROLE STRAZIANTI DI UN'AMICA DI ELEONORA - «Non te ne puoi andare come una storia di cronaca nera , come un volto sul giornale Elly. Ti ricordo bella , solare e pura. Volevi diventare magistrato. Ricordo il tuo amore per il diritto e la giustizia . Da quando avevi conosciuto Daniele, l’amore ti aveva reso più bella. Eravate fatti l’uno per l’altra. L’amore che sopravvive alla cattiveria umana. " È il commovente ricordo letto da Marica, amica di studi universitari di Eleonora Manta, durante il funerale. Il ricordo si è concluso con Un lungo applauso e l'abbraccio con la mamma della giovane vittima .
«Per me è un dolore ancora più grande - ha detto il sindaco di Seclì, Antonio Casarano - conoscevo Eleonora da quando era piccola , lei e mia figlia sono cresciute insieme. Non avrei mai pensato di partecipare ad un rito funebre del genere. Una tragedia che colpisce ogni singolo. Siamo tutti incredulo , una situazione così irreale che non ti permette di metabolizzare quanto accaduto . Non cerchiamo vendetta ma giustizia " . In occasione dei funerali il sindaco ha proclamato
il lutto cittadino . 

IL PARROCO ALL'OMICIDA: «NON PUOI NASCONDERTI» -  «Convertiti , consegnati alla giustizia. Non ci sarà sulla terra un posto per nasconderti, i fantasmi di Daniele ed Eleonora ti perseguiteranno per sempre».

É il monito che don Antonio Bruno ha rivolto all’assassino durante l’omelia durante il funerale di Eleonora Manta la giovane uccisa a coltellate il 21 settembre scorso con il suo fidanzato Daniele De Santis.

«Guarda quanto dolore hai provocato . Guarda questa mamma .Anche tu ce l’avrai. Vorresti che anche la tua soffrisse cosi? Puó esistere un motivo valido per scatenare le forze dell’inferno? Hai distrutto anche la tua famiglia. Sei riuscito in queste notti a poggiare la testa sul cuscino e a dormire? Riuscirai a portare questo macigno sulla coscienza per tutta la vita?». Il parroco si è rivolto all’omicida chiamandolo 'amicò ed esortando: " Come hai avuto la forza di fare questa strage - ha detto - ora puoi ritrovare la forza per rientrare in te stesso . Meglio affrontare la giustizia umana che un giorno quella divina che sarà eterna». 

LE INDAGINI - La lucidità dell’assassino è tra le poche certezze su cui ruota l’attività investigativa ad ampio raggio per fare luce su un delitto così efferato. Daniele De Santis ed Eleonora Manta dovevano morire, il loro omicidio è frutto di una rabbia netta covata per chissà quanto, una rabbia che poteva solo portare alla loro uccisione. Non lasciare tracce evidenti, eludere le telecamere, mescolarsi alla gente come uno (o una) chiunque, studiare un percorso in largo anticipo sia per l’andata che per il ritorno. E uccidere senza pietà, fendente dopo fendente, fino a non poterne più. Perché chi ha agito ha continuato a infierire anche quando i ragazzi non respiravano più.

Lucidità e premeditazione che si evincono anche dal bigliettino perso dall’assassino lunedì sera sul luogo della tragedia. Un pezzetto di carta con il tracciato da effettuare per non incappare negli obiettivi elettronici, parrebbe. Il che non vuol dire che la persona ricercata coincida con la figura ripresa per alcuni secondi dalle telecamere vicino al sottopassaggio di via Monteroni, presumibilmente dopo il delitto. Un filmato di poco più di 24 secondi, in cui la figura misteriosa però si inserisce, sbucando all’improvviso, per pochi secondi soltanto. Da dove sopraggiungeva quell’uomo col cappuccio in testa? Da quale via si era immesso a piedi? Domande a cui l’autorità inquirente, tra elementi rinvenuti sul luogo della tragedia e mappatura delle telecamere della zona, ha già dato delle chiare risposte. Tessere che si aggiungono a un mosaico complesso sulla cui ricostruzione vige Il silenzio assoluto. Una cortina di protezione e nei confronti delle vittime e nei confronti dell’attività in corso di svolgimento, capillare, tecnica, a raggiera.

Il rischio di trasformare una inquietante pagina di cronaca e l’indagine che ne segue in fiction e in un susseguirsi di false notizie e smentite, è palpabile. Non è tempo né caso di rimestare nella vicenda senza avere opportuni riscontri per le mani. Il grado di conoscenza e confidenza tra le vittime e loro assassino poteva anche non essere elevato. Che Eleonora e Daniele gli abbiamo aperto la porta è un dato di fatto, come è altrettanto lapalissiano però che molto spesso basta che qualcuno si presenti al citofono perché gli si apra. Due persone comuni, con una vita comune, abitudini comuni quasi noiose. Questo erano le vittime. Ed è questo, paradossalmente che rende le indagini più difficili.

VESCOVO DI LECCE ALL'ASSASSINO: «COSTITUISCITI» - «Che il signore possa toccare il cuore di questa persona perché si costituisca Anche per questo dobbiamo pregare " É l’appello all’assassino che l’arcivescovo Seccia ha lanciato nel corso dell’omelia che ha appena finito di tenere.. «La Speranza é che si ravveda perché anche Caino non trovava pace «, ha concluso l’arcivescovo . 

 «Se volete bene a Daniele non coltivate sentimenti di vendetta e giustizia Non serve . L'omicida è ancora più disperato di voi e dobbiamo pregare per lui», ha detto l’arcivescovo di Lecce mons. Domenico Seccia rivolgendosi ai familiari di Daniele De Santis a conclusione dell’omelia al funerale del giovane arbitro ucciso.

«NO A SENTIMENTI DI VENDETTA» - «Gesti del genere non dovrebbero mai accadere. Un momento di pazzia - ha proseguito dal pulpito Seccia - visto la crudeltà con cui è stato compiuto questo omicidio. Nessuno può farsi giustizia da solo. Anche la concorrenza come nel gioco e come nelle relazioni se è leale è degna dell’uomo se non lo è, è degna dell’inferno».

PRESIDENTE ARBITRI: «UNA GRANDE TRAGEDIA» - «Per noi è una grande tragedia che va ad aggiungersi a tante altre che abbiamo vissuto, e che colpisce il valore principale della nostra associazione, quello della legalità . Siamo vicino alla famiglia e alla sezione di Lecce. Daniele era un esempio . Ad un ragazzo così non si poteva che voler bene». Lo ha detto Marcello Nicchi presidente nazionale Aia, l’Associazione italiana arbitri. 

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