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I clan puntano sempre più a fare affari col turismo in Salento

 
linda cappello

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I clan puntano sempre più a fare affari col turismo in Salento

Nel documento della Direzione investigativa antimafia si evidenzia il sempre più evidente tentativo di coinvolgere esponenti politici

Sabato 18 Luglio 2020, 10:21

I clan ci sono, si rigenerano, e puntano a investire i proventi delle attività illecite nel settore turistico e ricettivo del Salento.
È quanto viene riportato nella relazione del secondo semestre del 2019 della Dia, con riferimento alla provincia di Lecce.

«La persistenza sul territorio dei clan della Sacra corona unita si individua - si legge - quindi, in una diversa concezione criminale, che da uno stile tipicamente gangsteristico si sta evolvendo verso modalità d’azione più sofisticate, che vedono anche il coinvolgimento di esponenti della pubblica amministrazione. Uno scenario in cui il fenomeno della corruzione appare come un virus potente che, drenando risorse dal sistema politico ed economico, diventa sempre più strumentale all’azione mafiosa».

Per quanto riguarda il capoluogo, risulta sempre attuale il predominio dei due clan storici, e cioè Pepe e Briganti, che hanno trovato un proprio equilibrio gestendo il traffico di stupefacenti e le estorsioni. Anche molti altri comuni limitrofi, che un tempo facevano capo ad altri boss, ora sono controllati dai Pepe: in particolare Cavallino, Lizzanello, Vernole, Melendugno, Merine, Caprarica, Calimera, Martano.

Nel Nord Salento, invece, si conferma il predominio del clan Tornese, la cui operatività è stata confermata dall’indagine della Dda denominata Armonica, conclusa nel settembre scorso.

«Per riassumere - si legge ancora - si può affermare che, mentre alcuni sodalizi storici della provincia sono stati notevolmente ridimensionati dalle azioni repressive delle forze di polizia e della magistratura, le effervescenze criminali registrate soprattutto a sud del capoluogo restituiscono, allo stato, il quadro di una criminalità senza scrupoli, disposta a tornare ad imbracciare le armi pur di fare affari d’oro e scalare posizioni di potere. Analogamente a quanto accaduto nel passato, quindi, è chiaro l’obiettivo dei clan di insidiare gli affari malavitosi e i tentativi di ascesa criminale da parte di nuove leve in seno alle compagini avverse».

A Noha di Galatina, ad esempio, il clan Coluccia ha mostrato la sua operatività nello spaccio e nell’usura, mostrando interesse ad infiltrarsi nella pubblica amministrazione e nell’economia legale, attraverso l’acquisizione di attività commerciali. Fra i territori controllati anche Galatina, Aradeo, Cutrofiano, Neviano e Sogliano Cavour.

Si evidenzia, invece, un «vuoto di potere» a Casarano, dove personaggi di piccolo calibro criminale hanno dato vita a diversi episodi di sangue.

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