Lecce - Fase tre. Screening a tappeto nelle aziende pubbliche e private per il monitoraggio ed il controllo dell’infezione da Sars-Cov-2 nei luoghi di lavoro. Il dipartimento di prevenzione della Asl di Lecce a pochi giorni dai focolai esplosi a Bologna ed a Mondragone punta tutto sulla prevenzione e chiama a raccolta dipendenti e datori di lavoro. Con un sospiro di sollievo ci si pone alle spalle, almeno per il momento, la fase critica della pandemia e si gettano le basi per costruire quelle trincee di contenimento che si spera possano servire ad arginare futuri focolai. In costante allerta per le eventuali quanto temute ricadute, che metterebbero il sistema sanitario di nuovo sotto pressione, si mantiene dunque serrato il controllo del quadro epidemiologico del territorio.
Del resto c’è una disposizione della Regione Puglia che prevede percorsi di screening per il monitoraggio ed il controllo dell’infezione nei luoghi di lavoro attraverso il coordinamento tra i Servizi Prevenzione e Sicurezza del Lavoro, Spesal, e i Dipartimenti di Prevenzione di tutte le Asl pugliesi.
«Un lavoro che – si legge nella nota inviata dal Dipartimento di Prevenzione - punta alla adesione volontaria delle aziende pubbliche e private e, al loro interno, degli stessi lavoratori». Ma alcune strutture saranno controllate non su base volontaria, come ad esempio le Rsa o le strutture che ospitano soggetti fragili. Per il resto si auspica una massiccia adesione di aziende e lavoratori alla campagna di monitoraggio che aiuterà a sedare sul nascere eventuali nuovi focolai prima che divampi l’incendio del contagio incontrollato.
I detective del virus in sostanza attraverso i test sierologici contano di mettere tempestivamente sotto i riflettori eventuali nuovi focolai. Come si spiega sempre nella nota, «l’indagine è divisa in due fasi: la prima prevede di ricercare nei lavoratori la presenza di una risposta immunologica anticorpale che testimoni l’avvenuto contagio con il virus Sars-CoV-2 ed il raggiungimento di una possibile difesa immunitaria da eventuali ulteriori contagi con il virus. Ciò si realizza attraverso test sierologici con prelievo venoso e successivo esame in laboratori accreditati con la Asl per la ricerca semiquantitativa di anticorpi IgG, espressione di immunità a lungo termine, ed IgM, espressione di risposta immunitaria immediata».
I datori di lavoro o le aziende potranno stipulare una convenzione con i laboratori convenzionati con la Asl per effettuare il test sierologico, invece nella seconda fase qualora qualcuno dovesse risultare positivo passerebbe sotto la sorveglianza dell’azienda sanitaria che lo sottoporrà gratuitamente al tampone ed agli ulteriori eventuali interventi.
I soggetti che risultano positivi quindi - precisano dalla Asl - «saranno sottoposti gratuitamente al controllo della presenza del virus tramite il suo Rna ricercato su tampone naso-faringeo da parte del Servizio Igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione».
È interesse delle aziende e dell’intera collettività che si aderisca in massa a questo piano di screening anche perché per «gestire i propri collaboratori in modo da garantire loro la massima protezione da possibili contagi, in particolare nell’ambito di quelle attività lavorative che possono impegnare anche soggetti fragili e che richiedono un costante e stretto contatto con il pubblico» precisa sempre la nota dello Spesal. Questo è, come detto, il caso delle Rsa e delle comunità alloggio che sono state poste sotto la lente d’ingrandimento dell’Ufficio di Prevenzione già in passato. Un certosino lavoro di monitoraggio volto a scongiurare l’esplosione di nuovi focolai che, non controllati, potrebbero tradursi in un nuovo disastroso lock-down.
Per informazioni ci si può rivolgere al Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro – Area Nord in Viale Don Minzoni, 8 (4° Piano) – tel. 0832-215193 – Fax 0832-215389
Spesal@ausl.le.it e per le Comunicazioni positività test sierologici per SARS-CoV-2 al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, protocollo.sispnord@ausl.le.it – tel. 0832/215318.