LECCE - La morte ai tempi del Covid è ancora più spietata, anche per chi rimane. Specie se il giorno del funerale di una persona cara incontri una vigilessa puntigliosa ed integerrima che, pur di controllare il rispetto delle normative disposte dal Governo contro la diffusione del coronavirus, è capace di interrompere la funzione funebre e, insensibile al dolore inconsolabile dei parenti in lutto e alle lacrime, procede a identificare tutti i presenti.
È accaduto, questa mattina, in prossimità della Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, collocata all'interno del cimitero Monumentale di Lecce. Alcuni parenti, quelli più stretti, stavano dando l'ultimo saluto alla loro cara, una 31ienne leccese morta dopo un calvario di due anni ed un lungo peregrinare di ospedale in ospedale, di regione in regione. Era affetta da diverse patologie rare che, purtroppo, non le hanno lasciato scampo.
La vigilessa, come detto, forse troppo ligia al dovere, ha pensato bene di intervenire, bloccando la funzione, per verificare il rispetto delle regole e chiedere le generalità dei partecipanti al rito funebre.
Eccesso di zelo? Insensibilità? Non spetta a noi giudicare nè accertare quale eventuale infrazione avesse intravisto l'esponente della Polizia locale. Certo, non è la prima volta che la Polizia locale del capoluogo salentino si mette in evidenza per eccessiva diligenza e scrupolosità: il giorno di Pasqua, infatti, un medico anestesista intento a raggiungere una clinica per un intervento urgente, fu fermato per diversi, lunghi minuti da una pattuglia dei vigili urbani. Il medico ha poi raccontato su Facebook la sua disavventura.
Oggi, invece, la mamma della giovane donna defunta ha inviato un messaggio al sindaco Carlo Salvemini e la sua affranta denuncia è diventata presto virale sui social.
Questo il testo della lettera inviata al sindaco di Lecce
«Non è accettabile che avvenga tutta questa persecuzione durante la celebrazione della messa del funerale di mia figlia Silvia che ha già dovuto sopportare in vita atroci sofferenze e non trovare pace nemmeno nel cimitero durante il suo ultimo saluto da parte dei congiunti che educatamente erano a 3-4 metri uno dall'altro all'aperto, continuare imperterrita a disturbare per chiedere nome e cognome col taccuino in mano mentre il dolore per la perdita della figlia ti attanaglia è veramente deplorevole e squallido.
Vengo dal cimitero di Bologna dove mia figlia è morta e nonostante si celebrassero i funerali nessun vigile a Bologna si è mai permesso di assumere atteggiamenti da campo di concentramento, anzi se si avvicinavano era solo per dare le condoglianze e ricordare le distanze. Allora credo signor Sindaco che la prima cosa che manca a questa vigilessa non sono l'apprendimento delle regole del Decreto, ma le basi più elementari della buona educazione, del rispetto del dolore atroce per la perdita di una figlia, del rispetto per la celebrazione funebre e poi non può avere libero arbitrio di modificare le regole a suo piacimento»
RISPONDE IL SINDACO - “Questo pomeriggio ho sentito l’esigenza di chiamare la signora Mimma, alla quale ho ribadito il nostro cordoglio, e dalla quale ho raccolto l’accorato racconto di quanto vissuto nel pomeriggio di ieri – dichiara il sindaco Salvemini – Verificheremo puntualmente quanto è accaduto per fare chiarezza a beneficio di tutti. Ricordo ai tanti che hanno manifestato il loro sdegno in seguito ai post circolati su facebook che i nostri sforzi devono essere orientati alla ricerca della verità e non di capri espiatori. Dunque, sì alla chiarezza su singoli casi che è nostro dovere vagliare, no alle generalizzazioni, alle invettive, agli insulti verso i nostri agenti, che sono quotidianamente sulla strada per garantire ordine, legalità, rispetto dei diritti di tutti”.