In vendita il monumento funerario nazionale de “La Centopietre”.
Il cartello con l’annuncio della vendita del sito archeologico millenario, forse tomba del generale Geminiano vissuto nel IX secolo dopo Cristo, ha sollevato polemiche tra cittadini, volontari ed esperti che da decenni si occupano della sua valorizzazione e conservazione. La Centopietre, già riconosciuta di notevole importanza storico-archeologica nel 1873, negli ultimi anni è stata al centro di numerosi studi che hanno portato a una migliore lettura delle sue componenti strutturali e degli affreschi parietali. Di fronte sorge la millenaria chiesa di San Giovanni Battista e alle spalle si trovano i resti di un cimitero medioevale riconducibile alla storica battaglia tra cristiani e saraceni dell’877.
Il bene è vincolato ma il Comune ritiene di esserne proprietario e per questo in tribunale pende una causa per l’accertamento del possesso.
La questione deriva da una donazione fatta oralmente alla comunità dai coniugi Alessandrina De Salvo e Tommaso Scupola. All’epoca il Comune procedette al frazionamento dell’area circostante per circa 300 metri quadrati e costruì un muretto di delimitazione in pietra a secco sul terreno di località “Campo Re”. La donazione però non venne mai formalizzata con atti pubblici e per questo gli eredi ribadiscono di esserne ancora proprietari.
In primo grado il Comune ha perso la causa perché secondo il giudice non sarebbe stata prodotta alcuna documentazione al riguardo. Ma non si è dato per vinto e spera nell’Appello che dovrebbe svolgersi il 18 maggio del 2021. Intanto ha proceduto a far rimuovere il cartello di vendita.
«Nonostante avessimo presentato al giudice tutti i progetti e gli interventi compiuti sul bene storico dal Comune a partire dagli anni ‘80 - spiega il sindaco Gabriele Abaterusso - in primo grado non siamo riusciti ad avere ragione. Purtroppo per gli enti pubblici è complicato far valere l’usucapio ne perché non basta la testimonianza orale ma serve quella documentale. In ogni caso nel 2016 abbiamo proceduto a iscrivere la causa nel registro della Conservatoria proprio per bloccare ogni tentativo di vendita - aggiunge il primo cittadino - l’apposizione del cartello la consideriamo allo stato attuale come un gesto provocatorio e abbiamo proceduto a farlo rimuovere. Ora chiederemo di poter anticipare la discussione della causa - conclude - sperando che il monumento possa quanto prima tornare patrimonio pubblico e in ogni caso faremo prevalere il diritto di prelazione».