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Nardò, moria di pesci rossi nel canale Asso: è mistero

Nardò, moria di pesci rossi nel canale Asso: è mistero

 
Biagio Valerio

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Biagio Valerio

Nardò, moria di pesci rossi nel canale Asso: è mistero

Si teme per l'inquinamento: è strage di migliaia di esemplari

Lunedì 06 Gennaio 2020, 09:44

17:28

L’improvvisa moria di migliaia di pesci rossi nel canale Asso – morti probabilmente per la siccità, ma forse no - riapre una ferita. Il torrente, infatti, è il recapito finale di alcuni depuratori consortili ed è oggetto di una articolata denuncia (risalente al 2016) alla Procura della Repubblica da parte dei responsabili delle associazioni ambientaliste della zona.

Un esposto del quale non si sa più nulla. Silenzio che insospettisce molti cittadini che vorrebbero chiarezza. Eppure il biologo e ricercatore Giampiero Dantoni ha più e più volte sul pesante e probabile inquinamento delle acque. Ma, soprattutto, su una importante “mistificazione” di fondo: lo scarico dei reflui “nel sottosuolo e in falda” è assolutamente vietato dalla legge.

Lo scarico nel Torrente Asso è definito “recapito in corpo idrico superficiale non significativo” e non “recapito nel sottosuolo” come è. Come se tutto il refluo scomparisse per evaporazione e assorbimento nel terreno.

Sulla carta, il corso d’acqua non recapita nella vora Colucce. Il Torrente Asso è definito “bacino idrico con immissione in mare”, grazie alla creazione dello “scolmatore”, un canale superficiale usato per il “troppo pieno” e che conduce al mare del Frascone.
Ma che è quasi sempre asciutto. Le acque finiscono tutte nel sottosuolo e in falda. «Una magia lessicale» la definì lo stesso Dantoni che nasconde «un grave reato ambientale, oltre che un possibile attentato alla salute pubblica».

Oggi, alla luce dei nuovi episodi, il gruppo potrebbe chiedere nuove analisi e nuovi accertamenti sulle condizioni di salute del torrente e dei suoi abitanti. Anche quelli “abusivi” come i pesci rossi d’acquario

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