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Racale, post ironico contro Salvini dalla scuola, chieste dimissioni dell'autrice

 
Fabio Casilli

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Fabio Casilli

Racale, post ironico contro Salvini dalla scuola, chieste dimissioni dell'autrice

il post su Facebook, poi rimosso

La foto scattata da un'aula da una consigliera comunale di Taviano

Venerdì 27 Settembre 2019, 11:00

11:02

Scatta una foto dall’interno della scuola, in cui lavora, e la pubblica su Facebook, ironizzando su Matteo Salvini. Ed è subito polemica politica con la Lega che chiede le dimissioni dell’interessata. Teatro della singolare vicenda è Racale. Dove la scuola elementare di via Mazzini ha le finestre che si affacciano su via Quarta. E qui ha la sua sede locale proprio la Lega con tanto di faccione sorridente di Salvini appiccicato sulle vetrine. Proprio quel faccione è stato fotografato da Irene Giannì dall’interno di una delle aule scolastiche. Il problema è che quella foto è poi finita su Facebook con tanto di commento: «Non si può traumatizzare così una giornata lavorativa. #questefinestredifronte», ha scritto la Giannì che è anche consigliere comunale a Taviano e fino a tre anni fa era iscritta al Pd.

In men che non si dica il post ha ricevuto tante reazioni: «mi piace» e commenti. Ma non tutti hanno apprezzato. In particolare Alessio Parata, segretario della Lega di Racale, che ora chiede provvedimenti nei confronti della Giannì. Oggi infatti presenterà un esposto alla dirigente scolastica di Racale. E contemporaneamente sollecita il sindaco di Taviano, Giuseppe Tanisi, a capo di una coalizione civica, a pretendere le dimissioni della consigliera.
«Le consiglio di spendere le ore, profumatamente pagate dalla pubblica istruzione, a seguire e monitorare i ragazzi che le sono affidati e non a maneggiare telefonini per chattare qua e là - attacca l’esponente salviniano - In un ambiente scolastico che esempio si dà, facendosi vedere da bambino in età scolare e soprattutto durante le ore di lezione, con gli smartphone in mano? Bellissimo esempio di figura professionale ed istituzionale, che dovrebbe formare la futura generazione».

Ma non è finita qui. «Questo è il tipico esempio di maestra che svolge il suo lavoro solo per il compenso mensile - ha rincarato la dose Parata - senza avere la minima idea del compito delicato che le è stato attribuito, affidandole bambini, e nello specifico bambini con delle problematiche. Dall'alto dei suoi titoli, non si è neanche resa conto della sciocchezza che ha pubblicato, altrimenti avrebbe rimosso il post. Le serve il benestare della classe dirigente di Racale e ne sono la prova i like che ha ricevuto, senza neanche porsi il minimo scrupolo che tutto ciò è avvenuto in orario lavorativo, come dichiarato anche da lei».
In realtà, qualche ora dopo il post «incriminato» è stato eliminato dalla stessa Giannì, che forse non si aspettava tutte queste polemiche. «Forse sono stata un po’ leggera - ammette l’interessata - Ma credo di aver pubblicato un post simpatico, per ridere, sicuramente non offensivo e non ho violato leggi o la privacy di nessuno. Un post come ho tanti altri ironici su Facebook, perché non ho simpatia per Salvini».

Poi precisa quelle che lei stessa definisce «falsità» sulla vicenda. «Intanto, vorrei precisare che non sono una maestra o un’insegnante di sostegno - spiega Giannì - sono un’assistente socio-sanitaria. Non sono sempre presente in aula, ma intervengo quando serve, su richiesta dell’insegnante. Tant’è che quella foto l’ho scattata giorni fa, in un momento in cui la classe era vuota, non c’era attività didattica e i bambini erano impegnati altrove. Amo molto il mio lavoro e sono una persona che si dedica senza risparmio alle disabilità. Ho un rapporto ottimo con tutti e tutti, nell’istituto, possono testimoniare il mio impegno. Seguo una bambina, che ormai è parte della mia vita. Se hanno da ridire sul mio operato come consigliere comunale, lo facciano sulla base dei fatti. Ma lascino fuori la scuola dalle polemiche politiche. Quello che mi crea imbarazzo, fastidio e mi dispiace - conclude Irene Giannì - è proprio il fatto che si coinvolga la scuola».

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