LECCE - Una lettera minatoria è stata recapitata ieri ai commissari straordinari che guidano il Comune di Parabita, nel Leccese, il cui consiglio comunale è stato sciolto nel 2017 per infiltrazioni mafiose. La missiva, contenente, a quanto pare, un chiaro invito a farsi gli affari propri per vivere più a lungo, è stata spedita via posta al municipio. I commissari, Andrea Cantadori, Sebastiano Giangrande e Gerardo Quaranta, hanno allertato la Prefettura, il ministero dell’Interno e i carabinieri.
A circa dieci giorni dalla presentazione delle liste e a poco più di un mese dalle elezioni che, dopo due anni di gestione straordinaria, dovranno dare a Parabita un nuovo sindaco e un nuovo consiglio comunale, questo episodio getta nuove ombre su un Comune già nell’occhio del ciclone per le vicende che lo hanno interessato negli ultimi anni. Spetterà agli investigatori, ora, comprendere le motivazioni che si nascondono dietro alla missiva. Si tratta di un invito ai commissari a trascorrere le ultime settimane alla guida del Comune senza intraprendere particolari iniziative, magari su settori delicati della vita amministrativa? O la minaccia riguarda azioni già intraprese dai commissari nel corso della loro amministrazione? «Tiriamo dritto - sono le parole del viceprefetto Cantadori - e non ci facciamo intimidire. Chi amministra Comuni sciolti per motivi riconducibili a fenomeni di condizionamento mafioso sa che possono verificarsi cose di questo genere. Evidentemente certe azioni che abbiamo posto in essere hanno dato fastidio a qualcuno. In un certo senso, quando si affrontano determinate situazioni, è fisiologico attendersi avvertimenti o reazioni. C’è sempre molta attenzione verso le nostre decisioni. Questo per noi è un incoraggiamento a proseguire sulla strada avviata, fino all’ultimo minuto dell’incarico ricevuto».