Un, due, tre: lattina. Un, due, tre: bottiglia. Alla fine della corsa, oltre ai chilometri percorsi, c’è un altro risultato da portare a casa. Ed è quello dei rifiuti raccolti per strada, tra un piegamento ed uno scatto effettuato per rincorrere una busta di plastica che vola via.
Lo sport più virtuoso che ci sia si chiama plogging. È un neologismo coniato fondendo due parole, tra lo svedese e l’inglese: plocka upp, che significa raccogliere, e jogging. L’attività sportiva del momento, infatti, è nata in Svezia ma da qualche settimana si sta diffondendo nel mondo intero.
Tutto consiste nella raccogliere dei rifiuti mentre si corre. Per combinare esercizio fisico con la pulizia dell’ambiente. Anche in provincia di Lecce c’è un gruppo di “aficionados”, con sede a Martano, nel cuore della Grecìa. Uno dei luoghi più affascinanti dell’intera regione. Sergio Nocco, professore di 43 anni, anima un gruppo di persone che da qualche tempo ha anche un profilo social, Plogging Salento. La finalità è di divertirsi facendo sport e, soprattutto, contribuendo a tenere il mondo pulito.
Qualche giorno fa è intervenuto durante una trasmissione di Radio2 raccontando la sua esperienza agli ascoltatori italiani. «A volte – esordisce – quando parlo di questa mia passione anche in famiglia sembro un invasato ma penso sinceramente che sia terminato il tempo di piazzare bandierine presenzialiste, è terminato il tempo dei proclami. Ognuno di noi deve, invece, rimboccarsi le maniche e fare qualcosa, in prima persona».
Nocco ha una filosofia di vita che cammina, anzi corre, su gambe toniche e muscolose: «bisogna che ognuno di noi cambi atteggiamento mentale. Abbiamo la percezione dell’ambiente circostante come di qualcosa di irrimediabilmente sporco, per cui continuiamo a sporcarlo. È un po’ come la teoria del finestre rotte: a degrado ci sembra inevitabile che vada ad aggiungersi degrado. Io propongo, invece, una inversione di tendenza già nella nostra mente. Se smettiamo di aggiungere elementi di disturbo nell’ambiente e iniziamo invece a sottrarli, arriveremo al punto di aver ripulito tutto senza quasi accorgercene. Allora sì che sarà possibile semplicemente mantenere il risultato raggiunto: un ambiente pulito da difendere ad oltranza».
La teoria, messa in pratica, significa che se ognuno porta via e poi smaltisce correttamente, dopo una corsetta, un sacchetto di rifiuti, l’obiettivo di risanare tutto è veramente alla portata. «Tutti, però, dobbiamo muoverci insieme – continua Nocco – come appassionati sportivi ed ambientalisti. Io l’ho già fatto a Martano e lo riproporrò. La ricetta è semplice: si organizza una battuta sportiva di caccia al rifiuto e si avvisa la ditta che gestisce la raccolta nel proprio paese. Alla fine della corsetta i volontari saranno in grado di consegnare decine di buste piene. E si sarà fatto divertendosi, correndo e stando insieme ad altre persone». Insegnante in un istituto alberghiero a Molfetta, Nocco sta lavorando molto con i giovani e sulle loro sensibilità: «tutela dell’ambiente e turismo, che per la nostra terra significa economia, lavoro e benessere, vanno di pari passo. Questo deve entrare nella testa dei ragazzi». Un’ultima frase? «Non si prendono malattie raccogliendo una lattina o una bottiglia da terra. Bastano un buon paio di guanti per vincere quel timore». Poi sarà solo orgoglio nel vedere prati e boschi finalmente puliti.