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Lecce, da rifare la nomina del presidente di Corte di appello

 
Gianfranco Lattante

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Gianfranco Lattante

Lecce, da rifare la nomina del presidente di Corte di appello

Accolto il ricorso di Lanfranco Vetrone, ex presidente del tribunale di Potenza. Ma Tanisi per ora resta al suo posto

Domenica 06 Gennaio 2019, 10:38

La nomina del presidente della Corte d’Appello è da rifare. Lo ha disposto il Consiglio di Stato che, accogliendo il ricorso di uno degli aspiranti esclusi, ha rimandato la questione all’esame del Csm: dovrà esserci una nuova valutazione.
Ma andiamo con ordine. E cominciamo col dire che, al momento, non cambia nulla: il presidente della Corte d’Appello Roberto Tanisi resta al suo posto. La sua nomina risale al 5 luglio 2017. All’attenzione del Plenum, all’esito dell’istruttoria svolta dalla Quinta Commissione del Csm, giunsero due proposte: quella di Tanisi e quella di Alessandro Silvestrini.

Il ricorso alla giustizia amministrativa è stato fatto da Lanfranco Vetrone, all’epoca presidente del Tribunale di Potenza, oggi di quello di Catanzaro. Vetrone contesta la scelta della Quinta commissione di non presentare al plenum la propria candidatura. A suo dire non ci sarebbero state «gravissime carenze istruttorie». E in particolare non si sarebbe tenuto conto del fatto che Vetrone poteva vantare l’esperienza di direzione di uffici di primo grado (la presidenza del Tribunale di Potenza). Il Tar del Lazio aveva respinto le ragioni di Vetrone, ritenendo che il Csm avrebbe agito nell’ambito della «amplissima discrezionalità di cui gode nel conferimento degli incarichi direttivi».

L’orientamento del Consiglio di Stato, invece, è risultato diverso. A parere dei giudici amministrativi, la candidatura di Vetrone, alla luce dei requisiti posseduti, doveva essere portata all’esame del Plenum «tanto più ove si consideri che gli stessi requisiti non risultavano posseduti dai candidati portati alla valutazione del Plenum».

In sostanza Vetrone, pur non essendo tra i soggetti proposti alla votazione del Plenum, aveva il requisito di aver svolto funzione direttiva (come presidente del tribunale di Potenza) mentre Tanisi, in qualità di presidente di sezione del Tribunale, aveva una funzione semidirettiva.

Rilevata, dunque, questa illegittimità il Consiglio di Stato ha disposto una nuova valutazione. Dovranno essere esaminate le posizioni di Roberto Tanisi e di Lanfranco Vetrone. Questo profilo comparativo dovrà essere rivalutato dal Consiglio superiore della magistratura.

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