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Il castello di Portoselvaggio nelle mani degli stranieri

 
Biagio Valerio

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Biagio Valerio

Il castello di Portoselvaggio nelle mani degli stranieri

In vendita il castello del «Barone del Mare»: cinesi e russi pronti a farne un resort di lusso

Domenica 30 Dicembre 2018, 10:24

NARDO' - Passerà nelle mani di facoltosi stranieri, forse russi o cinesi, uno dei luoghi simbolo della provincia di Lecce, legato indissolubilmente alla storia del parco di Portoselvaggio: il sontuoso castello del “Barone del Mare”, la masseria dell’Alto di Angelo Antonio Fumarola, è in vendita. Da qualche mese, infatti, la grande villa e il parco di circa 40 ettari sono nel bouquet di agenti immobiliari di fama internazionale, tra i quali lo Studio immobiliare Spano, che avrebbero - questi i rumors - già trovato il danaroso acquirente disposto a sborsare il denaro corrispondente al valore dell’enorme complesso: tra i 12 e i 15 milioni di euro. Una somma straordinaria ma che appare commisurata alle caratteristiche uniche della “cittadella” edificata sin dal 1125 quando fu monastero. Secondo la tradizione, infatti, l’abbazia di Santa Maria di Alto Mare fu fondata dai monaci in fuga dall’Oriente che portarono con sé un prezioso dipinto. Negli anni la struttura diventò una piccola città con una superba torre di difesa e contrafforti risalenti al 1400.

La facciata nord, la parte più antica, mantenne il suo aspetto con i merli e le bocche per lanciare l’olio bollente fino al 1700, quando i nobili Tafuri di Melignano ne divennero proprietari. Ma la sua storia recente si lega a doppio filo con le vicende politiche e sociali del territorio di Nardò quando, negli anni Settanta, il diplomatico Fumarola, fine umanista, collezionista e viaggiatore, presentò al Comune un impegnativo piano di lottizzazione dell’area di Portoselvaggio di sua proprietà, circa 250 ettari. Una parte dell’opinione pubblica di Nardò e della Puglia, sensibile alla salvaguardia dell’ambiente, manifestò contro il progetto, approvato dalla giunta dell’epoca ma poi bloccato dal Consiglio Regionale che optò per la destinazione a “Parco naturale di Porto Selvaggio”. Intanto Fumarola muore a Roma a causa di un ictus cerebrale, forse anche per la grande tensione scaturita dalle polemiche, il 13 dicembre del 1978. Da allora la splendida magione è stata curata dalla vedova, donna raffinata e blasonata, cugina di Paola di Liegi, e successivamente da un nipote. Quarant’anni nei quali il carisma del barone Fumarola ha aleggiato in quelle stanze immutabili, nella sua straordinaria biblioteca, tra i ritratti, i vezzosi servizi da tavola, i quadri degli avi. Oggi, però, è di nuovo tempo di cambiare: acquirenti giunti da mezzo mondo, soprattutto dall’est, hanno visitato gli oltre 3500 metri quadrati di edifici divisi tra i locali dei nobili, la parte palazzata, e il borgo con le casette della servitù. Una cittadella su tre livelli con un parco vista mare. Forse sarà il buen retiro di un tycoon della scena internazionale, forse diventerà un resort di lusso, così da concedere un terzo tempo al sogno del “Barone del Mare”.

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