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Società - Single per scelta, ma dopo i 35 anni alle donne pesa

 
Società - Single per scelta, ma dopo i 35 anni alle donne pesa

Sabato 19 Aprile 2008, 00:00

27 Ottobre 2024, 20:45

ROMA - Sempre più single: il 12% degli italiani adulti vive da solo, «bamboccioni» ormai affrancati. Vale a dire 6 milioni di individui, di cui 600 mila sono donne sotto i 45 anni che lo sono, almeno dicono, «per scelta». E anche trovare un marito e farsi una famiglia non sembra più in cima ai desideri femminili, meglio lo 'sharing' ovvero la condivisione, anche se, poi - dopo i 30 - il panico arriva. E' questo lo status rivelato da un'indagine di 'Cosmopolitan'; a fronte dei dati Istat che parlano dei single come un fenomeno sociale on crescita, il mensile diretto da Anna Bogoni ha infatti interpellando studiosi e intervistando le lettrici.
«Negli anni `90, periodo dell'individualismo, essere single era uno status invidiabile. Profilo ideale: quarantenne in carriere di successo e con potere nelle relazioni pubbliche e private», spiega il sociologo Francesco Morace, dell`istituto di ricerche Furture Concept Lab. «Le donne interpretavano questo modello copiando la disinvoltura maschile, specie dal punto di vista sessuale - continua Morace - Con gli anni ci si è resi conto che single voleva dire soli e la società ha rivalutato le relazioni. Oggi il concetto forte è quello dello 'sharing', ovvero quello della condivisione di esperienze con gli amici o in coppia. Tuttavia non si è tornati alla tradizione, oggi una ragazza tra i 20 e 30 anni non cerca per forza un marito, ma qualcuno che la capisca, che le voglia bene e con cui fare scelte. Con l'avanzare dell'età però tutto si complica...».

E le donne interpellate hanno confermato le teorie degli esperti: «Essere da sola comporta un problema economico e anche la vita sociale costa di più. Ma la vita di coppia sacrifica troppo quella privata», oppure: «La solitudine la sento, ma non sarà sempre così: sogno un principe azzurro e dei figli». «Se avessi dieci anni di meno allora cercherei una relazione stabile» e ancora: «Da sola sto imparando a fare le scelte autonomamente, credo sia un momento di crescita. E poi sono troppo giovane preoccuparmi seriamente del mio futuro».

Una volta superata la soglia dei 30-35 anni iniziano invece le preoccupazioni.
«Le donne sin da giovani pensano alla famiglia e sanno che con l'età sarà più difficile realizzarla - spiega la psicoterapeuta Ivana Castoldi - questo avviene anche per ragioni biologiche, legate alla possibilità di fare figli. Ma sussiste anche un condizionamento culturale: se non sei sposata ti senti diversa. Allora ai 30 scatta il panico. Alcune ragazze, cresciute con la convinzione di essere in una società paritaria, quando si accorgono che gli uomini hanno più potere e guadagnano di più, restano deluse e tornano addirittura alla tradizione: rinunciano pure al lavoro e scelgono la famiglia».
I 30 anni o meglio - per darsi un po' di vantaggio - i 35 anni anni quindi, sembrano il terribile spartiacque, il punto di non ritorno delle donne, e la conferma arriva da Carmen Leccardi, docente di Sociologia della Cultura all'Università di Milano: «Intorno ai 35, l'assenza di un partner è un motivo per riflettere sul proprio percorso biografico. Il ticchettio dell'orologio biologico obbliga a un bilancio...».
Ma qualcuno non diceva che i conti sono roba da uomini?

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