CITTA' DEL VATICANO - Il Papa, operato di tracheotomia giovedì sera, domani non reciterà l'Angelus, caso rarissimo se non unico nel lungo pontificato, ma «si unirà alla recita dalla sua stanza del policlinico Gemelli». Date le sue condizioni fisiche papa Wojtyla ha, infatti, incaricato mons. Leonardo Sandri di recitare in sua vece l'Angelus domenicale dal sagrato di san Pietro, soluzione questa che eviterà la presenza nella stanza papale del vescovo e dei tecnici radiotelevisivi. Così domani, come informa una nota del portavoce vaticano, il sostituto alla segreteria di Stato guiderà la preghiera mariana e impartirà «a nome del Papa», la benedizione ai fedeli.
La formula usata «si unirà», fa presumere che Giovanni Paolo II non si affaccerà neppure alla finestra della sua stanza d'ospedale, magari per benedire con un gesto, come invece fece il 6 febbraio durante il suo precedente ricovero per problemi respiratori. Anche se rimane in linea teorica la possibilità che all'ultimo momento si decida diversamente. I medici già ieri avevano annunciato che per un certo tempo l'illustre paziente non deve parlare, ed era quindi escluso che recitasse l'Angelus.
In assenza di precisazioni ufficiali, - la sala stampa ha diffuso una nota scritta sulle modalità di svolgimento dell'Angelus, senza prevedere un incontro del portavoce con i giornalisti - si può intuire che i dottori abbiano sconsigliato al Papa una apparizione pubblica, per motivi precauzionali: evitare che prenda freddo, non esporlo allo stress di doversi presentare in pubblico con un tubicino collegato alla trachea, proteggerlo dal rischio di contrarre infezioni, rischio più concreto vista la ferita alla gola. E tale rischio potrebbe avere sconsigliato la presenza di mons. Sandri e dei tecnici radiotelevisivi nella stanza papale.
Per questa volta dunque i fedeli e quanti seguono con simpatia le vicende del Papa, non potranno vedere Giovanni Paolo II, e si interromperà una tradizione inaugurata nell'81 dopo l'attentato di Alì Agca, degli Angelus recitati dall'appartamento al decimo piano del policlinico Gemelli. Il fatto di non vedere il volto di papa Wojtyla inoltre alimenterà inevitabilmente l'ansia sulle sue condizioni di salute, che tengono con il fiato sospeso l'opinione pubblica non solo cattolica di mezzo mondo.
A quasi 85 anni e indebolito dal Parkinson, - che gli impedisce di camminare e tra l'altro lo costringe a una postura del capo che ha ricadute sui muscoli della respirazione - il Papa è infatti in una condizione di estrema fragilità fisica, non è chiaro quanto dovrà restare in ospedale, nè in quali condizioni sarà dimesso.
Molti interrogativi riguardano la possibilità che, dopo il silenzio imposto dai medici a causa dell'intervento, il paziente ritorni effettivamente a parlare. Soprattutto questo problema innesca da tempo un dibattito tra i cattolici sul fatto se si possa fare il Papa senza parlare. I canonisti rispondono positivamente e ieri il portavoce vaticano ha tenuto a sottolineare che, appena riacquistata lucidità dopo gli effetti dell'anestesia, Giovanni Paolo II ha voluto un foglio per manifestare per iscritto il suo pensiero.
Sabato 26 Febbraio 2005, 13:06
15 Maggio 2025, 17:47