Un sistema scolastico inclusivo, con lo studente al centro, che valorizzi il merito attraverso un approccio didattico e che tiene conto delle esigenze individuali e promuove il successo di ogni alunno. Non è la scuola dei sogni ma il modello voluto con la riforma scolastica dal Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, condivisa in pieno anche dal suo sottosegretario Paola Frassinetti che, incontrando i giovani, li esorta ad essere portatori di idee, proposte e suggerimenti.
«Credo nella scuola dell'ascolto. Il nostro scopo deve essere quello di ridare ai giovani l'entusiasmo di costruirsi una vita», dice alla Gazzetta l’esponente del Mim che dal Movimento sociale italiano è transitata ad Alleanza nazionale fino all’approdo nel partito di Giorgia Meloni.
Sottosegretario Frassinetti, i dati sulla maturità 2025 evidenziano un aumento delle eccellenze, soprattutto al Sud. Come interpreta questo risultato?
«L’incremento dei voti alti alla maturità, in particolare nelle regioni del Sud, è un segnale importante. Guardando al Mezzogiorno tra le regioni in cui si sono registrati i risultati migliori c’è la Puglia, con il 5,5%. Dietro quei voti c’è l’impegno di studenti, famiglie, docenti e i dati ci dicono che la qualità dell’istruzione può crescere ovunque, se vengono garantite condizioni eque e percorsi solidi».
Parallelamente il Ministero ha portato avanti un lavoro molto netto contro i cosiddetti «diplomifici». Con quali risultati?
«Abbiamo avviato una vera e propria operazione verità. Tra il 2024 e il 2025 sono stati revocati 71 riconoscimenti a istituti paritari che non garantivano standard minimi di serietà e legalità. Anche se questo non rappresenta un problema per la Puglia, è necessario in ogni caso tutelare gli studenti, difendere il valore del diploma e ripristinare la cultura del merito e della credibilità, non si può pensare di costruire il futuro dei giovani su percorsi fittizi, soprattutto a fronte dell’ingente sforzo finanziario fatto da questo Governo in favore della piena realizzazione della libertà di scelta educativa della famiglia. La scuola è uno spazio di crescita autentica, non un titolo da acquistare».
A proposito di futuro, il Governo ha dato recentemente il via libera a un pacchetto di immissioni in ruolo molto ampio.
«Parliamo di oltre 65mila immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico nelle diverse categorie è un investimento che dà stabilità al sistema e migliora la qualità dell’insegnamento. Particolarmente significative le 6.022 assunzioni di insegnanti di religione cattolica costituiscono il più importante intervento degli ultimi vent’anni per questa categoria, considerando che l’ultima procedura concorsuale risaliva al 2004. Parallelamente l’immissione in ruolo di quasi 14mila insegnanti di sostegno che contribuiranno a supportare maggiormente gli studenti con disabilità. A conferma dell’impegno in favore di tutte le fragilità, i 45 milioni stanziati con la recente firma di due decreti del Ministro Valditara che destinano 20 milioni all’istruzione in ospedale e domiciliare e 25 milioni alla scuola in carcere».
Il sostegno è un tema molto sentito dalle famiglie. Quali altre risposte arrivano dal Ministero?
«Un’altra risposta è sicuramente il lavoro che sta portando avanti l'Osservatorio Permanente per l'Inclusione Scolastica, presso il Ministero, in un clima collaborativo. Tra gli obiettivi, oltre alla continuità scolastica vi è il potenziamento dei corsi di specializzazione per gli insegnanti di sostegno che si sta attuando attraverso l’Indire. Inoltre, con le modifiche dei meccanismi di nomina del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione le associazioni attive nella disabilità avranno un loro rappresentante tra i tre membri del Fonags nominati dal Ministro».
Altro tema chiave è quello della dispersione scolastica. Cosa emerge dai recenti dati Invalsi?
«Il Rapporto Invalsi 2025 fotografa un sistema scolastico che sta dando segnali di cambiamento. Molto positivo è il calo della dispersione scolastica esplicita all’8,3% superando con un anno di anticipo l’obiettivo del 10,2% nel 2026 indicato dal Pnrr. I dati confermano che il divario territoriale è ancora presente, ma mostrano anche che le azioni mirate come Agenda Sud e Agenda Nord cominciano a dare frutti».
Qual è il quadro della Puglia secondo il rapporto 2025?
«Negli ultimi anni, la Puglia ha affrontato con determinazione la sfida della dispersione scolastica implicita, che rappresenta uno degli aspetti più delicati del sistema formativo. Anche se i dati rilevano un fenomeno ancora presente, vanno letti oggi alla luce di un crescente impegno del sistema scolastico regionale e delle politiche educative nazionali, che iniziano a produrre evidenze di miglioramento, in particolare nel primo ciclo. La partecipazione attiva a programmi come Agenda Sud e l’impegno delle scuole sta determinando una traiettoria positiva che vogliamo sostenere con forza».
E sull’edilizia scolastica?
«Innanzitutto, dal 2022 oltre un miliardo e mezzo di investimenti sono stati immessi sul territorio della regione Puglia per le scuole, una cifra enorme mai stanziata fino ad ora. L’asse portante è l’edilizia scolastica, con un 1 miliardo destinato alla messa in sicurezza, alla costruzione di nuove scuole e al miglioramento di spazi sostenibili e innovativi, ad asili nido e scuole infanzia per incrementare il numero dei posti e, quindi, il servizio educativo nella fascia di età 0-6 anni, ma anche mense scolastiche per incrementare il ricorso al tempo pieno nelle scuole e contribuire a contrastare la dispersione scolastica».