Sabato 06 Settembre 2025 | 06:31

«Gli immigrati che amano il Paese sono patrioti»: ecco il discorso di fine anno di Sergio Mattarella

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

«Gli immigrati che amano il Paese sono patrioti»: ecco il discorso di fine anno di Sergio Mattarella

«Dall'integrazione il futuro delle nostre società». Diseguaglianze tra Nord e Sud, spesa in armi, femminicidi: il tradizionale messaggio dal Quirinale del Presidente della Repubblica

Martedì 31 Dicembre 2024, 20:55

ROMA - «Mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione». Sono le parole pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel tradizionale messaggio di fine anno, il decimo della sua carriera politica al Quirinale. 

Diversi i casi di cronaca, le personalità, le autorità e le istituzioni citati dal presidente della Repubblica. In primis, la vicinanza espressa alla giornalista Cecilia Sala, accompagnata dalla sottolineatura sul valore della libera informazione. Poi, il riferimento a Papa Francesco e al suo richiamo alla speranza. Tra le istituzioni, Mattarella ha menzionato l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani che ha scelto "rispetto» come parola dell’anno. Tra i casi di cronaca ricordati, l’incidente sul lavoro a Calenzano, che ha causato cinque vittime, e il femminicidio di Giulia Cecchettin. Il capo dello Stato ha inoltre citato il caso di Sammy Basso, deceduto quest’anno, le cui parole «insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà». Il presidente della Repubblica ha infine ricordato «l'entusiasmo» degli allievi della Marina militare sulla nave Trieste e «l'orgoglio» degli atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi

«Interpreto, in queste ore, l'angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia», ha dichiarato in merito all'arresto di Cecilia Sala. «Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione». "Tanti giornalisti - ha proseguito - rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità».

«Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti? Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme. In questo periodo sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni. Sono lacerate le pubbliche opinioni. Faglie profonde attraversano le nostre società», ha dichiarato ancora il presidente.

«La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti».

E poi: «La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina - che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa - ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione».

«Tra Nord e Sud c'è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane. Colmare queste distanze. Assicurare una effettiva pienezza di diritti è il nostro compito».

Con l’aspetto confortante dei dati sull'occupazione «stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati», ha poi continuato Mattarella, che dopo aver toccato il tema dei morti sul lavoro, ha rimarcato il «rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere»: «L'alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario».

«Un’attenzione particolare richiede il fenomeno della violenza. Tocca tutto il mondo ma diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel tradizionale discorso di fine anno.
«Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti - ha continuato il capo dello Stato - purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo». «I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese - ha rimarcato Mattarella -. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni».

«In Italia troviamo valori, coraggio e comportamenti positivi come «nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste».

Ancora, «bisogna evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini. Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza».

«È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società».

«Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia. Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)